Cesena, a San Carlo torna la protesta per i cattivi odori: nel mirino l’impianto di compostaggio

Torna la protesta dei residenti della zona per la puzza che fuoriesce dall’impianto di compostaggio della ex discarica della Busca.

Un problema che un paio di anni fa aveva portato anche a una raccolta di firme con oltre un centinaio di adesioni, ma che a detta dei residenti è tutt’altro che risolto.

«Da quando dopo la chiusura della ex discarica nella valle Busca di San Carlo è stato costruito l’impianto di compostaggio per lo smaltimento dell’umido - scrive un gruppo di residenti di San Carlo - ogni estate il paese è invaso da fetori nauseabondi. Le condizioni meteo dell’inverno rendono meno fastidioso il fenomeno», anche se dicono che si sente un po’ anche con il freddo. «D’estate è però molto più forte e si sente quasi tutti i giorni anche se in orari diversi e in zone differenti, a seconda del vento».

Un problema che si ripresenta da anni e che esaspera i residenti. «I cittadini fecero nel 2022 una raccolta firme ed un esposto al Prefetto di Forlì, affinché il fenomeno venisse controllato. Ma ad oggi non vi sono stati miglioramenti. Hera fa rilevamenti limitati ad un mese circa, che cambia da un anno all’altro per monitorare il più possibile la situazione con le varie situazioni climatiche, ed emette risultati rassicuranti dicendo che i parametri non vengono sforati, ma gli abitanti sono costretti a vivere con le imposte chiuse». Insomma, la puzza si sentirebbe piuttosto intensa.

C’è chi ipotizza che il problema possa dipendere dal filtro dell’impianto e dalle vasche che non sempre sono all’ombra e raffreddate e che quindi non si riuscirebbe a trattenere i cattivi odori. «La percezione è che Hera non sia in grado di controllare il fenomeno visto che il problema rimane - lamentano i residenti - per cui la gente che protesta nella speranza di avere miglioramenti che non stanno avvenendo si sta mobilitando anche per chiedere un indennizzo da concordare».

Una sorta di richiesta danni: «Chiediamo a Hera di ammettere che il disturbo per i residenti esiste realmente e che di conseguenza diano ai residenti della zona un vantaggio economico rispetto a chi questi problemi non li riscontra. Ad esempio, potrebbe essere uno sconto sulle tariffe del gas che i cittadini consumano nelle loro case».

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