Cesena, a Palazzo del Ridotto un incontro su Rosario Livatino venerdì 9 maggio

Venerdì 9 maggio, alle ore 16:30, nella sala Sozzi del palazzo del Ridotto (piazza Almerici, 12) si terrà l’evento inaugurale della mostra ‘Sub Tutela Dei, il Giudice Rosario Livatino’ che da lunedì 12 a sabato 17 maggio sarà esposta all’interno del palazzo di Giustizia del Tribunale di Forlì. Interverranno Ignazio De Francisci, già Procuratore generale presso la Corte d’appello di Bologna, Ottavio Sferlazza, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, Carlo Tremolada, Avvocato del Foro di Milano. Modererà Giuseppe Colonna, già Presidente della Corte d’Appello di Bologna. L’evento, aperto alla cittadinanza e al mondo della scuola, è organizzato dall’Associazione nazionale magistrati, con il patrocinio del Comune di Cesena e dell’Ordine degli Avvocati di Forlì-Cesena.
Attraverso questo articolato percorso espositivo diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e audio si intende approfondire, e far conoscere, la figura di Rosario Livatino, magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990, a soli 37 anni. Rosario Livatino è stato beatificato il 9 maggio 2021.
La prima sezione è dedicata alla formazione personale di Livatino ed al contesto sociale ed umano in cui è cresciuto e vissuto. È quindi riportata la sua biografia e sono sviluppati temi centrali quali: l’educazione familiare, la sua formazione religiosa, il contesto storico in cui è vissuto con particolare riguardo alla presenza mafiosa, la sua profonda umanità. La seconda sezione è dedicata alla figura del magistrato quale operatore di giustizia. Sono, inoltre, dettagliati il particolare contesto storico-criminale entro il quale Livatino era chiamato ad operare ed il contesto normativo allora esistente, quando le armi a disposizione degli inquirenti per combattere la mafia, erano ancora piuttosto spuntate. A tale difficile contesto Livatino ha risposto mettendo tutta la sua intelligenza, la sua passione, il suo impegno ed il suo estremo rigore professionale nella ricerca della verità e della giustizia, tanto da attirare l’attenzione dei mafiosi, che decisero di eliminarlo.
La terza sezione è dedicata al martirio ed alla causa di beatificazione, ma si riferisce anche di Piero Ivano Nava, una persona che casualmente ha “ha visto tutto” e che è stata testimone chiave nei processi per l’assassinio del giudice; è tutt’ora costretto a vivere sotto copertura. È illustrato il movente specifico che indusse la mafia ad eliminare il giudice Livatino e sono descritte le modalità esecutive dell’assassinio.
Nella quarta sezione si dà poi atto dell’eredità lasciataci da Livatino. Dal ruolo della Chiesa nella resistenza alla mafia, alle testimonianze di chi in vari modi ha incontrato Rosario Livatino. Sono riportate, inoltre, le riproduzioni di due lettere, scritte da uno dei mandanti dell’omicidio, Salvatore Calafato e da uno degli esecutori, Domenico Pace (entrambe commoventi e segno di un pentimento davvero straordinario).
La mostra, rivolta alla cittadinanza tutta, in particolare agli studenti, è composta da 35 pannelli con testi ed immagini, nonché due video.