Certificati per evitare mascherina e vaccini Covid: tutti assolti gli imputati a processo

Covid, mascherine e vaccini “da evitare”. Sono stati tutti assolti ieri pomeriggio dal giudice Marco De Leva gli imputati a cui venivano contestati certificati “falsi”, che per le accuse erano stati emessi da un medico genovese in maniera artificiosa e compiacente: non per curare o prevenire malattie e malesseri ma solo per esentare le persone dall’indossare la mascherina nel pieno della pandemia da coronavirus o sollevarle dagli obblighi vaccinali per personali convinzioni anti scientifiche.
La vicenda è nota e, come spiegato anche dagli investigatori in aula, prese vita sabato 3 aprile 2021 in piazza Del Popolo a Cesena durante il “No paura Day 18”.
La Digos in quel frangente venne per la prima volta a contatto con qualcosa di cui fino a quel momento aveva solo sentito parlare vagamente. Un uomo, sottoposto ad accertamenti perché non indossava la mascherina in quel momento storico obbligatoria, esibì un certificato medico che lo sollevava “per motivi di salute” dall’utilizzo dalla stessa. Da questo primo certificato partirono le indagini che nel giro di qualche tempo portarono alla Procura un consistente numero di potenziali coinvolti in un giro illecito di certificazioni, che ora la sentenza letta (le motivazioni si conosceranno tra 90 giorni) indica invece come non da colpevolizzare penalmente.
Al centro di tutto c’era la figura un medico 70enne di Sestri Levante. Per le accuse in aula era lui che bisognava contattare se si voleva ottenere certificati di esenzione. E proprio scandagliando le ricevute di pagamento incassate in quel periodo dal dottore che gran parte degli imputati sono stati chiamati a rispondere dei certificati ottenuti. Tutte persone residenti tra il cesenate, il forlivese e Rimini.
Le accuse a vario titolo erano di concorso per induzione al falso e ricettazione. Ma, stante ora l’assoluzione collettiva, per la Procura non è stato a quanto pare in alcuna maniera dimostrabile al giudice, che le persone che avevano contattato il medico lo avessero fatto chiedendogli esplicitamente di comporre una certificazione fasulla per una malattia inesistente. E se i certificati emessi sono quelli di un qualsiasi medico (che operava in un periodo in cui gli spostamenti causa Covid non erano all’ordine del giorno) allora i pagamenti fatti anche per certificati forniti “a distanza” non possono essere considerati una ricettazione di qualcosa di inesistente o illecito.