Caro bollette, le materie prime incidono solo al 50-60 per cento
Quelle bollette con consumi bassissimi eppure così pesanti. L'aumento della "materia prima" rende più costose le bollette e l'utente diventa più attento e sensibile al perché di queste contraddizioni, che sono in parte apparenti e in altri casi "conclamate". A spiegarcelo è il Consorzio Innova Energia, creato da Confesercenti per cercare di riparare i propri associati dal caro energia e in seguito diventato una sorta di "gruppo di acquisto" per gas e luce per imprese e utenti domestici. Fornisce inoltre consulenze proprio sul ramo energetico. Dalla sede di Cesenatico ci spiegano come "nella maggior parte dei casi la spesa per la materia prima energia è fra il 50 e il 60 per cento della bolletta", ed il resto sono "oneri passanti", ossia tasse ed accise che consentono al gestore delle reti di garantire il servizio. In questo capitolo, le due voci "macro" sono gli "oneri di sistema", quelli tagliati dal Governo Draghi e che sono tasse che giustificano le spese dello Stato per l'impegno di potenza. L'altra è relativa a "trasporti e misura", ed è l'onere definito dal gestore per mantenere la rete in efficienza. Entrambe queste voci sono fisse e pesano sulla bolletta per circa un 15/20% ognuna. Poi c'è il "calderone" del costo della materia energia, quello interessato dal rincaro. E qui il diavolo si trova nei dettagli. Oltre al prezzo dell'energia, che varia da gestore a gestore, c'è da tenere gli occhi su due costi fissi, tante volte nemmeno segnalati in fattura. Sono "commercializzazione" (per i parametri Arera dovrebbe essere di soli 10 euro) e dispacciamento (quello che spende il venditore per far passare la propria energia in rete) che Arera parametra in 0,022 euro per kw/h. Gli standard di legge però non sono tassativi, e spesso questi prezzi vengono gonfiati, anche in maniera consistente. E farlo notare porta a sconti.