Carisport Cesena, gara per la gestione e cambio nome con sponsor
A 35 anni dalla sua inaugurazione, le gestione del Carisport sta per essere affidata per la prima volta non con un affidamento diretto ma attraverso una gara. La procedura ad evidenza pubblica dovrà concludersi con l’assegnazione della concessione della struttura a partire da inizio novembre, per la durata di 5 anni.
Tra le linee di indirizzo fissate dalla giunta comunale in questi giorni c’è un punto che potrebbe preludere a un cambio di nome. È infatti previsto che il futuro gestore possa cercare uno sponsor a cui intitolare il palazzetto dello sport, incassando la somma che questo sarà disposto a pagare. L’eventuale nuova denominazione dovrà però rispettare uno schema preciso: l’impianto dovrà chiamarsi con il prefisso “pala” seguito dal nome della ditta sponsor.
La gara per selezionare chi avrà in concessione il Carisport si sarebbe già dovuta svolgere, perché la decorrenza del contratto attualmente in vigore era dal 7 ottobre 2015 al 30 giugno 2020. Il tutto con un corrispettivo annuo di 41.765 euro versato dal Comune all’attuale gestore, che è la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, attraverso il consorzio Romagna Iniziative, suo braccio operativo.
La scadenza è stata però prorogata a fine ottobre, perché dal 9 marzo è scattato un procedimento di sospensione della concessione del Carisport, a seguito dell’impossibilità di utilizzarlo per le regole anti-Covid. Solo dal 29 giugno è stato riattivato il contratto, concordando di prolungarlo per una durata corrispondente a quella dello stop.
Tra i paletti fissati dall’amministrazione comunale per la futura gestione del palazzetto dello sport ce n’è anche uno di carattere temporale che è interessante. I 5 anni (non solari ma sportivi, visto che il periodo ipotizzato è dal 1° novembre 2020 al 30 giugno 2025) previsti per la concessione potranno essere allungati di altri 2 anni qualora il gestore sia disponibile a fare investimenti per apportare migliorie sulla struttura, da concordare col Comune.
Un altro elemento significativo è il corrispettivo che il Comune si impegnerà a versare al concessionario (che a sua volta sarà tenuto a pagare un canone): l’importo massimo previsto è di 70.000 euro all’anno.
Per quel che riguarda il tipo di utilizzo, si intende confermare la “filosofia” ormai collaudata da diversi anni, e cioè una coesistenza tra attività prettamente sportiva ed eventi ricreativi e culturali.