Apicoltori della Romagna in ginocchio: centinaia di arnie disperse

Per l’apicoltura è un disastro. La recente alluvione ha colpito duramente anche un settore che sfrutta molto spesso aree marginali, golene dei fiumi, zone collinari. E i risultati sono demoralizzanti: migliaia di arnie disperse e settore compromesso. Giampiero Torri, apicoltore di Cesena, parla a nome proprio ma consapevole della situazione di centinaia di apicoltori in tutta la Romagna. «Siamo nella tragedia. Abbiamo perso tantissime arnie, portate via dall’alluvione. Io, da una prima stima, ne ho perse 76, ma so di colleghi che ne hanno perse fino a 150. Alcune sono state trovate a chilometri di distanza, trasportate dalla corrente. Veniamo da 3-4 annate di scarsa produzione e questa rischia di essere la batosta definitiva per tanti di noi». I problemi per gli apicoltori sono di diversi tipi. Oltre alle arnie perse per sempre, e quindi alle relative famiglie di api, c’è anche il problema che in collina molti apiari non sono raggiungibili per via delle frane. «In seconda battuta, il clima ha spazzato via i fiori oppure questi non hanno nettare per via dell’eccesso di pioggia, quindi le api rischiano di morire letteralmente di fame. Io stesso ho portato ‘da mangiare’ a dei miei apiari, mentre in questa stagione dovremmo già pensare a prelevare il miele». Le colture in molte zone sono state sommerse da uno o anche più metri di acqua, per cui le fioriture sono state perse. E’ il caso del coriandolo, coltura da seme molto diffusa in Romagna. Quest’anno miele da coriandolo non se ne avrà. «Le api sono insetti simpatici che stanno a cuore a tutti, poi però quando chiediamo alle persone di poter mettere le arnie dalle loro parti, quasi tutti negano il permesso. Allora dobbiamo andare sugli argini dei torrenti, dei fiumi, o nelle colline più sperdute. Per questo i nostri danni sono amplificati, proprio perché le arnie si trovano spesso in zone marginali». «Sono tre anni che praticamente non facciamo reddito - conclude Torri - per via di calamità naturali o malattie delle api. Questa alluvione rischia di essere il colpo di grazia per il settore apistico romagnolo. Spero che le autorità se ne rendano conto e tengano in considerazione il nostro settore quando si parlerà di stanziamenti a fondo perduto».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui