Animi caldi a Cesena per i costi delle mense scolastiche

Cesena
  • 26 settembre 2025

Mense scolastiche e tariffe. La discussione in consiglio comunale ieri non è finita per mancanza di numero legale quando la sala dell’Assise è stata invasa dai manifestanti pro Palestina e poi una fetta consistente dei consiglieri è scesa in piazza. Tutto proseguirà alla prossima assise.

Rivendicandola quale “scelta politica urgente”, l’assessore alla scuola Elena Baredi - interpellata durante la seduta di ieri da Fratelli d’Italia sulle motivazioni che hanno indotto la Giunta ad aumentare le tariffe della refezione scolastica in città - ha indicato che «fino a pochi anni fa, il costo medio di un pasto scolastico a Cesena era di circa 6,8 euro. Il 63% veniva coperto dalle famiglie e il restante 37% dalla collettività. Le tariffe applicate variavano in base al reddito familiare, con esenzioni totali per i nuclei più vulnerabili e una copertura quasi totale del costo per quelli più abbienti. A causa dell’inflazione crescente – ha segnalato – il costo industriale di un pasto è salito oltre gli 8 euro. Il Comune ha adeguato le tariffe da 4,30 a 5,10 euro, mantenendo il 63% di compartecipazione».

La revisione delle fasce Isee - «invariate dal 2010» - ha ricordato l’assessore, introdotta nell’anno scolastico appena cominciato deriva dal tentativo di «rendere più equa la tariffazione e rispondere alle esigenze delle famiglie in difficoltà». Nello specifico, ha spiegato Baredi, la tariffa massima è stata spostata da «10mila a 20mila euro di Isee. Ampliando, così, la platea di famiglie che possono chiedere la contribuzione. Con l’introduzione di uno sconto di un euro per il secondo o successivo figlio».

Un’altra novità è la previsione di un «costo simbolico – l’ha definito Baredi – anche per le famiglie con Isee sotto i 5.500 euro». Finora esenti. La rimodulazione – ha aggiunto – comporta un aumento per nuclei con reddito superiore a 20mila euro».

Le ragioni espresse da Baredi, tuttavia, non hanno convinto FdI che evidenzia come «trattandosi di scelta politica – ha detto il consigliere Andrea Imperato – il fatto che vi sia stata data attuazione agli aumenti dopo le elezioni sia indicativo». La risposta dell’assessore, inoltre, non avrebbe indicato i parametri degli anni precedenti sui quali l’Amministrazione avrebbe costruito la rimodulazione delle fasce di reddito. «Se c’è una previsione di gettito – ha fatto presente Imperato – è perché il Comune ha uno storico di ciò che ha incassato fino al periodo di riferimento. Non si potrà mai avere un dato preciso a tal punto di fare un calcolo “alla virgola” – ha riconosciuto – ma una indicazione sullo scaglione al quale hanno avuto acceso le famiglie negli anni precedenti, l’amministrazione o la tecnostruttura dell’Ente lo hanno senza dubbio».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui