Allarme di una mamma in centro a Cesena. “In azione adescatore di bambini”: indagano i carabinieri

Si indaga su presunti episodi di tentativi d’adescamento minori. Un adulto che si avvicina ai bimbi in pieno centro per chissà quali nefandezze voler commettere, tentando di sottrarli alla custodia dei genitori. Una persona che i carabinieri di Cesena hanno già identificato e che racconta una storia del tutto differente.
«Stavo cercando di aiutare un piccolo che appariva smarrito».
La scena si è consumata nei giorni scorsi in pieno centro a Cesena. Quando (succede molto spesso sia a pomeriggio che a sera) piazza Della Libertà si anima di famigliole in cerca di uno spazio all’aperto dove poter sostare e riposare; e di bambini che cercano “ampiezze” dove poter correre, giocare a calcio, bagnarsi nelle fontane o sfruttare l’area giochi del “molo urbano” adiacente al lato opposto della piazza rispetto al Duomo.
A lanciare l’sos chiamando in causa le forze dell’ordine è stata una madre. Che ha visto il proprio piccolo (under 5) che dialogava con un adulto: trentenne ben vestito. Uno sconosciuto per lei e per il bimbo. Un piccolino che poi alla madre ha raccontato che quell’uomo gli chiedeva “di seguirlo” e che in cambio gli avrebbe acquistato “qualcosa con cui fare merenda”.
La donna ha subito avvisato le forze dell’ordine dell’accaduto, materializzatesi sotto forma di una gazzella dei carabinieri. Uomini dell’arma che velocemente sono anche riusciti a rintracciare il trentenne in questione.
«Passavo dalla piazza e quel piccolo appariva smarrito, come se non avesse con sé nessuno a custodirlo. Gli ho chiesto se c’erano i suoi parenti poi con lo sguardo mi sono reso conto che la madre era a poca distanza. E per me l’allarme era rientrato e la questione chiusa li».
È la versione che ha raccontato ai militari dell’Arma l’uomo, un nord africano 30enne residente a Cesena. Versione sulla quale naturalmente i militari stanno compiendo accertamenti per capire, anche a seconda di eventuali querele che la madre vorrà sporgere ufficialmente, se possano intervenire con denunce d’ufficio, segnalazioni o altro da mettere a disposizione della magistratura.
Di certo il testimone principale dell’accaduto, il bimbo di meno di 5 anni, potrebbe dare una sua versione “ufficiale” dei fatti, solamente in una (per ora poco probabile) audizione protetta da parte della magistratura: con esperti che possano catalogare la sua capacità di percezione e descrizione dei fatti che lo circondano.
La genitrice ha chiamato i carabinieri anche perché si è detta preoccupatissima: per aver appreso in passato anche di bambini, di poco più grandi, che nella stessa piazza venivano avvicinati con intenzioni “poco belle” da uno sconosciuto simile a quello indicato ai carabinieri.