Allarme dei chirurghi: chiudono i reparti, le liste d'attesa si allungano

Cesena

ROMA. "Nelle Regioni italiane si stanno nuovamente chiudendo i reparti di chirurgia per riconvertirli in posti letto Covid, le sale operatorie sono decimate per destinare i chirurghi nei Pronto Soccorso e nelle aree Covid, le liste d'attesa stanno nuovamente allungandosi: stiamo ritornando esattamente allo scenario delle altre ondate Covid come se questi due anni fossero passati invano. E' allucinante scaricare il peso di questa nuova ondata sul Sistema sanitario nazionale facendo crescere la pressione sugli ospedali senza intervenire su nuove restrizioni". Lo dice Marco Scatizzi, presidente dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, ACOI. "In questi ultimi giorni- continua Scatizzi- mi sto confrontando quotidianamente con i colleghi di tutte le regioni italiane: nel Veneto, nel Friuli, nel Trentino, in Piemonte abbiamo situazioni gravissime dove l'attività chirurgica si è quasi completamente fermata. Parliamo di migliaia di pazienti che rischiano di non essere curati o dove non è possibile diagnosticare malattie tempo-dipendenti come i tumori. Come se non bastasse- continua la denuncia di Scatizzi- in questo scenario stiamo vivendo un ulteriore paradosso: per proprie lacune organizzative, alcune Strutture sanitarie sfruttano la generosità e il senso di responsabilità dei chirurghi ospedalieri obbligandoli a turni massacranti. Un fenomeno che sta portando fortissimo stress e che, come molto probabilmente accaduto al nostro collega di Bari alcuni giorni fa, rischia di mettere a rischio la stessa vita dei nostri colleghi". "Nelle prossime ore- chiosa Scatizzi- scriveremo al ministro Speranza, agli assessori regionali alla sanità, alla direzione generale del ministero e di tutte le regioni: vogliamo che la chirurgia ospedaliera funzioni al 100%, vogliamo salvare vite umane, vogliamo stare dalla parte dei nostri pazienti, vogliamo che tutto il Servizio Sanitario Nazionale funzioni in ogni parte d'Italia. Non vogliamo essere complici di chi, per negligenza o inadempienza, mette a rischio la vita dei pazienti e dei chirurghi stessi".

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui