“Aggredito a colpi di machete nell’area tra stazione di Cesena e scuole”

«Mi ha inseguito mentre scappavo in bici colpendomi con quella accetta prima alla schiena poi alla testa poi alle gambe. Mentre io supplicavo di non farmi del male. Se non per me, per la mia famiglia». Aggredito a colpi di machete nella zona del Cubo scolastico, con l’unica colpa di essere in compagnia di una persona che aveva poco prima trovato da discutere con M.A:, uno dei due fratelli espulsi dall’Italia (dove non possono fare rientro prima di 5 anni) che per tantissimo tempo hanno gettato nel terrore e nel sangue la zona della stazione ferroviaria.
M.A: (difeso dall’avvocato Gianluca Betti) lo scorso luglio era già stato condannato a 2 anni per un aggressione a colpi di coltello avvenuta a Natale nell’atrio della stazione ferroviaria.
Questa volta è alla sbarra per lesioni gravissime e per una vicenda che risale alla sera del 3 luglio 2023.
Il racconto
La vittima è un cesenate 40enne, che al giudice Andrea Priore e al pm Elisa Faenza ha descritto ieri in aula quei minuti di dolore e terrore vissuti. «Avevo incontrato un mio amico, cesenate originario della Bulgaria. Stavamo bevendo birra e chiacchierando davanti all’alimentari etnico che si trova in piazzale Marx». Un esercizio commerciale ora chiuso. «Si era fatto tardi e siamo saliti in bici per rincasare. In due sulla stessa bici siamo passati dalla zona del Cubo scolastico dove due persone erano sedute nei balconcini delle finestre al piano rialzato. Li ho salutati dicendo loro di “fare i bravi” come battuta transitando. Ciò che non sapevo è che chi era in mia compagnia, prima del mio arrivo, aveva litigato con quei due. Si erano presi a bottigliate ed evidentemente quel saluto fatto da me è stato interpretato come una sorta di sfida».
I colpi
Il 40enne non poteva ipotizzare cosa gli sarebbe accaduto. «Da una fodera che portava sotto braccio ha estratto un’accetta (in realtà un machete, ndr) e ho ricevuto un primo colpo alla schiena, per cui ancora porto una profonda cicatrice. A quel punto il mio amico è scappato. Anche io ho cercato di allontanarmi il più velocemente possibile, ma ero ferito e mi ha raggiunto a ridosso di via Roma e della zona dell’Ausl. Mi ha colpito ancora alla testa. Mi sono ferito anche ad una mano per proteggermi. Poi quando ero a terra che lo supplicavo di non farmi del male, mi ha sferrato un ultimo fendente. Ad una gamba». La scena veniva ripresa da passanti con lo smartphone. Ad aiutare il ferito è stata solo una residente della zona che rincasava con la figlia. Ha visto gli aggressori scappare ed ha raccontato che poco dopo erano arrivate sia un’ambulanza che una gazzella dei carabinieri.
Nei giorni successivi il ricovero in ospedale, la vittima ha riconosciuto fotograficamente, grazie alle indagini dei carabinieri, l’aggressore in M.A. L’amico del ferito testimonierà alla prossima udienza, poi la sentenza del giudice su un nuovo caso di violenza in zona stazione.