Cesena, Vescovo e Rabbino inaugurano la mostra "Torah Project" in Malatestiana

Cultura

Si apre nel segno del dialogo interreligioso e delle due religioni sorelle, ebraismo e cristianesimo, la mostra “Torah Project – Le parole dell’alleanza” inaugurata questo pomeriggio nella Biblioteca Piana della Malatestiana e che resterà fruibile dal grande pubblico fino a domenica 18 dicembre. Dopo essere stata presentata a Roma, Gerusalemme e Madrid, l’esposizione approda ora a Cesena e dopo le festività natalizie sarà riproposta in America. L’evento, curato dal direttore scientifico della Malatestiana Paolo Zanfini, è stato introdotto dal sindaco Enzo Lattuca e dall’assessore alla Cultura Carlo Verona e ha visto la partecipazione del vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri e del rabbino capo di Ferrara e della Romagna Luciano Meir Caro.

La mostra, allestita nell’ambito delle iniziative programmate dal Comune di Cesena e dalla Biblioteca Malatestiana per la giornata europea della Cultura Ebraica, celebrata domenica 18 settembre su impulso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), muove i primi passi a livello editoriale con la preziosa pubblicazione realizzata dalla casa editrice spagnola Arte Scritta “Torah Project – Le parole dell’alleanza”. Si tratta della prima opera della collezione di Acc creata come simbolo di dialogo tra due credenze religiose, ebraismo e cristianesimo, che 2000 anni fa intrapresero due cammini diversi, ma che ancora oggi sono accomunate da un unico scritto fondamentale, il Pentateuco. Per proteggere e custodire il meraviglioso volume sono state create due diverse copertine in legno di rovere che intarsiate con madreperla e con oltre 100 pezzi di diverse dimensioni e colori, rappresentano nell’insieme la città antica di Gerusalemme.

Il percorso espositivo, che si collega alla tematica scelta dall’Ucei per la ventitreesima edizione della Giornata dedicata alla Cultura Ebraica, “rinnovamento”, si compone di 24 immagini contenute nel volume, 6 quadri che rappresentano la scritta Torah, i cinque libri del Pentateuco e dei manoscritti ebraici della Biblioteca Malatestiana.

Intraprendendo un suggestivo viaggio nei cinque libri del Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) i visitatori potranno indagare le maglie più recondite del dialogo interreligioso e dell’antica cultura ebraica immergendosi nelle tavole illustrate del maestro Baruj Salinas. Nel suo approccio al testo biblico, l’artista inquadra i 5 libri del Pentateuco elaborando un’unica opera per ciascun libro riprodotta in illustrazioni dalla storica stamperia Santa Chiara, raffinato esempio di artigianato di Urbino. Questa serie di lavori è costruita sulla dicotomia di fondo e forma, come metafora dell’emergere della vita dalle tenebre e come azione potente della divinità creatrice. “Torah Project” è un’icona dell'arte del libro italiana, creata come simbolo di dialogo tra due credenze religiose,

L’edizione, donata anche al Papa e consegnata al museo nazionale di Israele a Gerusalemme il 4 giugno 2018, comprende le introduzioni, tradotte in 4 lingue (italiano, spagnolo, inglese e tedesco) di rappresentanti internazionali del mondo della cultura e degli studi biblici: Adolfo Roitman, curatore del Santuario del Libro del museo di Israele a Gerusalemme, professore Otello Lottini, curatore della collezione di arte contemporanea della Università di Roma 3, monsignor Sergio Pagano, prefetto degli archivi segreti del Vaticano e il rabbino Abraham Skorka, rettore del Seminario Rabbinico per l’America Latina.

Torah Project incontra i manoscritti ebraici della Biblioteca Malatestiana. Nell’ampia raccolta di testi latini e greci della Biblioteca Malatestiana, trovano posto anche 7 codici ebraici, tutti antecedenti al XIV secolo. Questi preziosi volumi sono entrati nel patrimonio della “Libraria domini” sin dalla sua fondazione. Spiccano per l’accuratezza critico-testuale e la fattura due tra le bibbie (o parti di esse) esposte di fianco alla Torah Project: S.XXIX.1, una bibbia completa del XIV secolo; S.XXIX.2 che tramanda la Torah, Haftarot, Meghillot databile al XII-XIII secolo. Tutti i testi sono in pergamena e con buona probabilità confezionati in area iberica, giunti in Romagna a seguito delle migrazioni dei loro possessori. La scrittura è di modulo grande, particolarmente accurata e denota attenzione nell’impostazione dello specchio di scrittura. Sebbene siano privi di decorazione, le scelte calligrafiche e note marginali, giocano con il testo per creare figure in micrografia dal fascino estremo. La parola scritta – così come la parola divina nella cultura ebraica – diventa essa stessa segno e simbolo del divino.

Le edizioni a stampa di testi ebraici, bilingui o edizioni poliglotte, presenti in Biblioteca Malatestiana e nella Biblioteca di Pio VII Chiaramonti, abbracciano un lungo arco di tempo, dalla metà XVI al XIX secolo e annoverano esemplari di indubbio valore. Le bibbie, per esempio, sebbene si inquadrino all’interno dell’ortodossia cattolica, presentano un testo filologicamente accurato, spesso affidato a profondi conoscitori della lingua e della cultura ebraica. I testi ebraici comprendono: un Antico Testamento del 1566 edito da Christoph Plantin; un Pentateuco stampato a Venezia a opera di Giovanni Caioni nel 1613-15; una Bibbia edita a Ginevra nel 1619 e curata da Sante Paganini; una straordinaria e imponente edizione a cura di Benjamin Kennicott del 1776-1780; un salterio bilingue ebraico-italiano del 1816 a cura di Giuseppe Venturi e Giovanni Battista Gazola; un secondo Pentateuco ebraico-latino stampato a Venezia nel 1551. Su tutte spicca l’edizione della Bibbia Poliglotta di Brian Walton, edita a Londra tra 1655 e il 1657 che rappresenta un punto di riferimento per l’accuratezza del testo lo studio critico fatto sulle fonti, e per l’affascinante e vario apparato illustrativo.

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