Cesena, verso l'addio al piccolo Yahya: famiglia unita in veglia

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La famiglia del piccolo Yahya Mohamed Djerir, dopo il rilascio del nulla osta alla sepoltura da parte della Procura della Repubblica di Forlì, seguito agli accertamenti autoptici condotti dal medico legale di Bologna, su disposizione del pm Laura Brunelli, si prepara a stringersi per l'ultima volta attorno al bimbo di 7 anni, morto lunedì scorso lungo via Cervese, dopo essere caduto mentre andava in bici sulla pista ciclabile ed essere finito sotto le ruote di un autobus che transitava nella carreggiata accanto. La cerimonia funebre con rito musulmano è stata programmata per lunedì 14 novembre, con partenza alle 12.30 dall’obitorio dell’ospedale Bufalini e addio dalle 13 in poi al campo sportivo della parrocchia di Villachiaviche dove il parroco Don Daniele Bosi, amico di Yahya e della sua famiglia, leggerà l’ultima preghiera di saluto. Seguirà la sepoltura nel piccolo cimitero di Monteaguzzo.

Il pubblico ministero aveva conferito ìncarico ai consulenti tecnici incontrandoli già il 9 novembre, affinchè procedessero agli accertamenti tecnici non ripetibili sulla base di quanto prevede l'articolo 360 del Codice di Procedura Civile. Dopo l’esame autoptico, sarà poi necessario procedere all’esame della dinamica del sinistro con la perizia cinematica che tenterà di chiarire come si è verificato il sinistro e quali siano le responsabilità. Il papà Imad, la mamma Halima, insieme alla sorella Eyea e ai due fratelli Yousef e Aleaddine, hanno atteso pazientemente la restituzione della salma di Yahya, facendo veglia continua presso la loro abitazione di Villa Chiaviche, che è rimasta aperta, come vuole la fede musulmana, circondati dall’affetto dei loro familiari ma anche dei vicini di casa e degli amici.

L’avvocata Chiara Fabbri, nominata difensore della famiglia, si è unita alla loro preghiera ascoltando la voce straziata del papà che davanti ai suoi familiari ha ricostruito attimo per attimo gli ultimi momenti di vita del piccolo. Ha raccontato che solo loro due, papà e figlio, stavano viaggiando sulla pista ciclabile sulle loro due biciclette, al momento dell’incidente. Gli altri familiari sono accorsi solo dopo chiamati al telefono dai presenti.

"La famiglia è molto unita che cerca di aiutarsi a vicenda per dare un senso alla tragedia improvvisa e assurda che l’ha colpita", racconta l'avvocata Fabbri. Durante l'incontro avuto con quest'ultima, "la mamma Halima, pur straziata dal dolore, è rimasta per tutto il tempo sempre vicinissima a marito e figli, consolandoli e fornendo loro la forza necessaria per affrontare il terribile momento. La sorella maggiore Eyea ha dimostrato enorme coraggio, maturità e forza e sta costantemente aiutando i suoi genitori in questo compito così difficile".

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