Cesena: urla di pace dai bimbi delle elementari

Quando è cominciata l’invasione russa in Ucraina, le scuole cesenati non sono rimaste ferme e nelle classi di ogni ordine e grado ciascuno si è attivato. È successo anche nei plessi del 5° circolo: «Le primarie - racconta la dirigente Monia Baravelli - si sono fermate tutte insieme, la settimana dopo l’inizio della guerra, per un minuto di silenzio e da lì sono cominciati momenti di riflessione».

Contro la guerra

Tutte le classi, ciascuna a proprio modo, hanno cominciato un percorso educativo, e anche di impegno civile precoce, che si è tradotto nelle iniziative più diverse, accomunato da quello che è diventato il motto della scuola: “Facciamo la pace e non la guerra”. «C'è chi ha decorato i giardini con bandiere e messaggi, chi ha creato disegni e manufatti - continua a raccontare Baravelli - Sabato 5 marzo le elementari di San Giorgio hanno organizzato una marcia per la pace, mentre sabato scorso i bambini e le bambine della scuola “Munari” hanno formato con i loro corpi la scritta “peace” nel giardino della scuola. Un altro modo per manifestare il loro pensiero». Una ripresa col drone ha permesso di immortalare quel messaggio in un video con belle immagini aeree, visibile anche sul sito web e sui social del “Corriere Romagna”. Non solo il quinto circolo si è mobilitato. In questi giorni varie scuole risaltano nel paesaggio urbano per i messaggi di pace con cui alunni e alunne hanno decorato le loro scuole e i giardini che le circondano. È il caso, ad esempio, della scuola dell’Oltresavio e quella delle Vigne.

Pronti ad accogliere

Non solo si riflette insieme sulla guerra, ma ci si prepara anche all’accoglienza. «Al quinto circolo - riferisce Baravelli - non abbiamo ancora ricevuto richieste di inserimento, ma stiamo facendo una ricognizione per comunicare al Comune quanti posti e in quali classi possiamo mettere a disposizione in caso di necessità. Ci stiamo insomma preparando anche ad accogliere i bambini che hanno dovuto lasciare il loro paese per colpa di questa guerra».

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