Oggi è l’ultimo per D’arnov nel negozio di via Giovanni Paolo XXIII che affaccia su piazza della Libertà. Il negozio aperto il 3 ottobre 2020 deve chiudere: l’esigenza di ristrutturare quei locali ha portato all’interruzione del contratto di comodato d’uso che gli aveva permesso di avviare l’attività in centro storico. Di qui la richiesta d’aiuto per cercare una nuova sede.
Un negozio che, a prezzi molto popolari, vende abiti di seconda mano, a volte anche modificati grazie al lavoro dei volontari del laboratorio di cucito collegato al progetto. Si presenta così D’arnov ai suoi clienti, ma chi ha avuto l’occasione di frequentare quella realtà ha presto imparato che quella è solo la parte più visibile di un progetto più ampio. A gestire D’arnov, per cominciare, è l’associazione Scartiamo che, grazie a un bando comunale, a Villa Calabra gestisce anche la casa dell’ecologia integrale. Scartiamo è nata a sua volta dall’esperienza del progetto “Il mantello di San Martino” dell’associazione Grazia e Pace, un «negozio gratuito, gestito completamente da volontari, che riceveva donazioni di abiti che poi metteva a disposizione in forma altrettanto gratuita».
«In questi due anni per noi D’arnov – spiega Martina, che con Giulia è una delle due operatrici che gestiscono il negozio – è stata la vetrina per raggiungere una fetta di cittadinanza che con il Mantello di San Martino non riuscivamo ad intercettare». Fu grazie a un bando, racconta ancora, che trovarono il negozio che ora devono lasciare. «Il negozio è stata un’occasione importante per diffondere la cultura del riuso, parlare di moda etica e di ecologia integrale. È capitato che signore che ci hanno conosciuto da clienti sono poi diventate volontarie. Grazie a D’arnov sono nate nuove amicizie, esperienze di mutuo aiuto, e ci ha permesso di stimolare il pensiero critico sulla moda».
È per questo che l’obiettivo che si sono dati è quello di trovare un nuovo spazio sempre in centro: «Vorremmo dare continuità a questa esperienza. Abbiamo contattato diversi proprietari di negozi sfitti, ma ancora non abbiamo trovato uno spazio che sia alla nostra portata… molti affitti a Cesena sono alti».
A cercare casa non è solo D’arnov, ma anche il Mantello di San Martino. In quel caso, l’esperienza nata nel 2013 si è interrotta l’estate scorsa: «Il bando grazie a cui usufruivamo degli spazi di Macerone è scaduto dopo nove anni, e ora quegli spazi sono andati ad altre associazioni. L’intenzione è quella di candidare il progetto ai prossimi bandi, ma intanto anche qui cerchiamo una sede».