Cesena, tornano gli abbracci in sicurezza in due centri disabili

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Dopo più di un anno, ieri mattina Daniela Casadei ha potuto riabbracciare il fratello Bruno, ospite di uno dei due centri residenziali della Cils in via Boscone, grazie a una delle due nuove “stanze degli abbracci”. Le due strutture per disabili “Fabio Abbondanza” e “Renzo Navacchia” ne sono state donate grazie a una donazione di 4.200 euro finalizzata ad acquistarle, fatta da Eduardo Teodorani Fabbri, consigliere di “Hippogroup”. Ieri mattina, in collegamento da Londra, ha partecipato all’inaugurazione. Realizzati dalla “Sport Promotion”, questi gonfiabili danno a visitatori e ospiti la possibilità di toccarsi e abbracciarsi, seppure separati da una membrana trasparente. La volontà di contribuire a «attenuare la durezza del periodo e a recuperare sorrisi emozioni e sentimenti è il motivo per cui ho tenuto a fare questa donazione», ha spiegato Teodorani Fabbri. Le due “stanze” entreranno in funzione da lunedì («abbiamo aspettato la zona gialla»), ma ieri una è stata inaugurata in anteprima, con una piccola cerimonia a cui hanno partecipato anche l’assessora Carmelina Labruzzo, collegata a distanza, e Umberto Antoniacci, presidente di “Hippogroup”, a fare gli onori di casa col presidente di Cils Giuliano Galassi e Martina Montalti, una delle responsabili delle due strutture. «È un'emozione grandissima, che fatico a descrivere», racconta una sorridente Daniela Casadei. Suo fratello Bruno, classe 1953, è uno degli ospiti storici del centro residenziale, ma alla Cils, a cui prima era legato come lavoratore: «Ora è in pensione, ma lavorava nei cimiteri ed era uno dei nostri migliori operai - racconta con orgoglio Galassi - Si occupava delle pulizie e, nonostante gli manchi un braccio, aveva una trovato una tecnica con scopa e paletta che lo rendeva veloce ed efficiente». Al centro “Renzo Navacchia” sono 33 gli ospiti, divisi in 4 gruppi appartamenti. «Questo centro - spiega Galassi - era nato per ospitare anche genitori e figli. In molti casi i genitori nel frattempo sono morti e i figli sono rimasti a vivere qui». Sono invece 13 gli ospiti del centro “Fabio Abbondanza”, che ospita persone con disabilità più gravi.

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