Cesena, tensioni continue per fermata bus non abilitata a disabili: sos degli autisti

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Dopo un’infinità di proteste e scene ad alta tensione, a volte anche pericolose per l’incolumità, i sindacati di categoria che tutelano gli autisti del trasporto pubblico, lanciano ufficialmente un sos per l’annosa questione di Giuseppe D’Ursi. È l’uomo costretto in carrozzina, noto a tanti col soprannome “Beppe rotelle”, in lotta da un ventennio per rivendicare il proprio diritto di salire e scendere dai bus, come tutti, in qualunque fermata.
Ma le difficoltà derivate delle sue ripetute proteste - segnalano i segretari provinciali e le rsu di Usb, Uilt e Ugl in una lettera inoltrata a Prefettura, azienda del Top “Start Romagna”, agenzia Amr e Comuni di Cesena, Forlì e Bertinoro - non sono più sopportabili. Perciò chiedono a chi di dovere di risolvere una volta per tutte il problema, innanzitutto abilitando per i disabili la fermata di Capocolle in direzione Cesena-Forlì. È quella vicina all’abitazione di D'Ursi. Ma non tutti i conducenti dei bus accettano di farlo scendere lì, perché non è formalmente idonea per chi è in carrozzina.
I rappresentanti degli autisti fanno notare che «la sottoscrizione anche da parte nostra del tavolo di lavoro tecnico istituito con decreto prefettizio del 2017 per realizzare le azioni necessarie a migliorare ulteriormente l’accessibilità al trasporto pubblico locale da parte delle persone diversamente abili è stato un atto lodevole ma non del tutto realizzato». Come esempio eclatante citano appunto la fermata a Capocolle. Non solo per una questione di rispetto dei diritti dei disabili, ma perché la lunga lotta di D’Ursi per fruirne continua a creare parecchi guai. Uno è costituito da «video che effettua con smartphone e pubblicati sui social inquadrando personale guida di Start Romagna in servizio, colpevole solo di attenersi al regolamento di servizio di “Start Romagna”». Ancora più disagi - è ancora scritto nella lettera inviata da Usb, Uilt e Ugl alle autorità - sono causati da «discussioni infinite a bordo dei mezzi che minano il normale già di per sé difficile lavoro di autista». Infine, vengono menzionate «le varie vicissitudini di ordine pubblico, che le forze dell’ordine conoscono bene per interventi effettuati, causati da quel problema ancora oggi non risolto».
Queste situazioni - viene evidenziato - provocano «imbarazzi alle persone a bordo dei mezzi che assistono alle discussioni per non poter effettuare la fermata di Capocolle in direzione di Forlì, e anche al personale, che deve scegliere se fare la fermata a proprio rischio e pericolo o attenersi ai regolamenti aziendali per non farsi carico di problematiche, che sicuramente non sono causate dagli autisti». La conclusione è semplice: «Crediamo che sia arrivato il momento per risolvere definitivamente il problema abilitando la fermata in oggetto».

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