Cesena, tagliati grandi alberi malati: qualche dubbio e richieste

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Tre giganti verdi nel parco attorno all’affascinante palazzaccio non ci sono più. Ieri gli abitanti della Fiorita e chi è passato da lì hanno notato con amarezza grossi pezzi di tronchi tagliati. Erano i resti di un pino e due cedri che è stato necessario abbattere, perché erano malati e quindi pericolosamente instabili. Nella parte centrale della sezione di quegli alberi sono ben visibili i segni del “cancro” che li ha colpiti. Un problema molto diffuso, tanto che dalle informazioni raccolte da chi si è interessato di quell’intervento risulta che la lunga lista di tagli da effettuare per questa ragione include un tiglio nel vicino Largo Virgilio, e poco più lontano tre pini in piazzale Sanguinetti, nella zona della stazione, dove sorge il “Cubo scolastico”. Anche chi si è reso conto dell’esigenza di procedere agli abbattimenti per salvaguardare la sicurezza pubblica ha però segnalato tre nodi nell’ambito del tam tam che si è diffuso rapidamente tra i residenti della Fiorita e ambientalisti di tutta la città. Un primo punto critico è che i consiglieri di Quartiere non erano stati informati: almeno questo ha riferito qualcuno di loro, di fronte a richieste di chiarimenti che gli sono state rivolte. Per il futuro viene chiesto un coinvolgimento preliminare quando si decidono questi interventi. Un secondo aspetto riguarda il merito delle scelte prese dal Comune. Fanno seguito ad analisi fatte periodicamente da esperti agronomi incaricati di valutare lo stato di salute e il livello di stabilità degli alberi. Però c’è chi fa notare che in altri Paesi si opera con un’altra “filosofia”: a frettolosi tagli si preferiscono tentativi di curare le piante malate, così come si fa con gli uomini quando non stanno bene, oppure si posizionano sostegni attorno a quelli pericolanti per assicurare che non cadano. Un terzo nodo è quello delle ripiantumazioni. Dal Comune hanno precisato più volte che gli alberi abbattuti vengono sostituiti. Ma diversi cittadini fanno tre obiezioni. La prima riguarda il “quando”: in varie parti della città si fa notare che a parecchi mesi di distanza i vuoti caudati dai tagli non sono stati ancora riempiti. Un’altra ha a che fare col tipo di alberi: è vero che spesso è opportuno cambiare le precedenti essenze con altre meno problematiche, ma ci si aspetta che alberi ad alto fusto vengano rimpiazzati sempre con altri di dimensioni simili, non con piccoli alberelli. Infine, c’è la questione della posizione dove vengono fatte le ripiantumazioni: l’eliminazione del verde in certi punti è un guaio e non può essere compensata da un altro albero messo a dimora a cento metri di distanza.

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