Cesena, Stefano Andreoli di Spinoza.it al teatro Bonci

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Stefano Andreoli è ospite della Bellezza delle parole, sabato alle 21 al Bonci. È tra i fondatori nel 2005 del blog satirico Spinoza.it. Ora autore televisivo – da Quelli che il calcio a Che succede? – presenta Storia personale della risata, un reading brillante.

Con quali parole, Andreoli, fa ridere al Bonci?

«Il centro è la lettura di tante cose, mie e altrui, più e meno recenti, che hanno fatto ridere me per primo. Le aggiorno regolarmente e dunque è un reading sempre diverso. Attingo dalla letteratura comica, come dai racconti di Fantozzi scritti prima dei film. Inserisco anche cose prese da Internet, la scaletta varia in base al pubblico e all’attualità».

Come le sembra l’umorismo scritto di questo tempo?

«Non è più tanto di moda, prevale la comicità di monologhi di stand-up ma, cercando fra classici e nuovi autori, si trova qualche novità. Molto umorismo si legge in Twitter. Un secolo fa Achille Campanile scrisse “Tragedie in due battute” contraddistinte dalla brevità. Si può dire sia stato un precursore di Twitter. Un altro caposaldo di umorismo del Novecento è Marcello Marchesi, autore anche di aforismi. Più tramontata è, mi pare, una comicità impegnata alla Paolo Rossi o alla Gino & Michele. Nuove leve di comici come Valerio Lundini spingono a una scrittura nuova, più a favore di una satira di costume che ci coinvolge tutti. In tv resiste la roccaforte satirica di Crozza».

In quale direzione sta andando la scrittura comica?

«È difficile dirlo, oggi abbiamo i tiktoker, i nuovi youtuber, che fanno video di pochi secondi. Tanti sono influencer, tanti aspirano a esserlo come fosse l’aspirazione del futuro, si vuole sempre stupire. Tutti sono diventati produttori di contenuti e reclamizzano sé stessi. Ma, se tutti sono performer, viene a mancare il pubblico. La speranza è che si torni a investire sulla scrittura di un bel cinema, anche di commedia raffinata da esportare, non solo di grana grossa».

Spinoza.it cosa le ha insegnato e come vorrebbe continuare?

«Avendo cominciato prima dei social, ho potuto apprendere una scrittura comica; i social hanno portato a una inflazione della battuta come linguaggio. L’esercizio di Spinoza.it mi ha portato alla scrittura televisiva, a fianco di grandi personaggi. Oggi i palcoscenici sono tanti e liquidi, molti diventano famosi con video casalinghi. Da dieci anni conduco su Radio Monte Carlo il programma Bonjour bonjour dalle 7 alle 10, per undici mesi all’anno; è faticoso svegliarsi alle 5 del mattino, però mantengo fresco il contatto col pubblico. Nel futuro potrei fare qualcosa di nuovo, magari dedicandomi di più al palcoscenico. Vedremo».

Concluda con una parola che le piace e una che non le piace.

«Amo tante parole, ma non ne posso più di sentire “resilienza”; partecipo al festival perché nel titolo questa parola non appare, e garantisco che non verrà usata nello spettacolo».

Gratuito con prenotazione. Info: 0547 355959

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