Cesena, il dramma dei debiti e lo sportello di Libera: "Rate più sostenibili, insieme si può"

Imola

Quello di Imola, insieme a quello di Cento è uno dei due sportelli fisici in Emilia Romagna attivati dai presidi locali dell’associazione Libera per sostenere le vittime di usura e accompagnarle alla denuncia e per offrire consulenza e sostegno a chi si trova ad affrontare un caso di sovraindebitamento. Allo sportello di Imola, aperto grazie a una collaborazione con l’Unione dei Comuni Nuovo circondario imolese, che ospita lo sportello nella sua sede di via Boccaccio 27, nel mese di dicembre si sono rivolte due persone, entrambe per casi di sovraindebitamento e una di queste è di Cesena. Ad accogliere queste persone c’era l’avvocato Giacomo Di Modica che da una decina di anni come volontario presta servizio negli sportelli di Libera: «Qualche anno fa l’associazione aveva una rete di sportelli antiusura, da qualche anno invece è nato il numero verde Linea Libera con cui collaboro tutt’ora, ma da qualche anno quel servizio non copre più i casi di sovraindebitamento». È questa infatti una delle peculiarità dello sportello di Imola, che su questi casi lavora collaborando con la Fondazione Interesse Uomo: «La fondazione non si occupa di soggetti economici - precisa Di Modica -. Quello che facciamo con i cittadini è ascoltare la loro storia, per ciascuno poi si valuta, sulla base dei documenti, la via migliore per intervenire e li aiutiamo a preparare i documenti da presentare alla Fondazione, spetterà poi alla loro commissione tecnica valutare se ci sono i requisiti per un loro intervento». L’intervento di Interesse Uomo, quando possibile, è mirato a ridurre il debito per riportarlo a una dimensione gestibile: «Quando viene deciso l’intervento, l’erogazione è diretta ad estinguere i debiti: eventuali posizioni da trattare vengono trattate, si stima la somma necessaria e ci si rivolge a una banca convenzionata per un finanziamento decennale garantito al 100% dalla Fondazione». Così facendo, spiega ancora Di Modica con un esempio: «Se prima la persona aveva rate per 1000 euro al mese, con quell’intervento magari si ritrova con una rata da 300 euro, che gli consente si pagare il debito mantenendo le risorse necessarie per vivere. La fondazione interviene quando si valuta la possibilità di fare un intervento efficace da questo punto di vista». Il caso cesenate, si limita a raccontare l’avvocato che per comprensibili ragioni di tutela di queste persone non entra nei dettagli della loro storia, «è quello di una famiglia che è entrata in difficoltà come accade a tante. Sono tanti i motivi per cui ci si può trovare sovraindebitati. A volte capita per una scarsa capacità di gestire il denaro, a volte è una conseguenza di una dipendenza dal gioco, possono essere stati investimenti sbagliati o un cambiamento inaspettato come la perdita del lavoro, ma ci è capitato anche di seguire casi di persone che si sono trovate in difficoltà dopo una separazione. Con il covid poi sono aumentate le persone che non avendo potuto lavorare per lunghi periodi si sono trovate in difficoltà».

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