Cesena-Siena e il ritrovo in pizzeria

Cesena-Siena 4-0 è stata una chiassosa comitiva maschile in pizzeria. Come narra lo scrittore (ex pizzaiolo) Cristiano Cavina, la pizzeria aiuta a cogliere una differenza chiave tra la donna e l’uomo. Menu alla mano, la donna ordina spesso per sottrazione, ovvero sceglie una pizza togliendo un ingrediente, con nota di merito per una cliente di Cavina che una sera disse al cameriere: “Per me una prosciutto e funghi senza funghi”. L’uomo invece spesso ordina per addizione: generalmente libero da inibizioni e scrupoli di dieta, consulta il menu e arriva al verdetto arricchendo la pizza con lo slogan “e poi ci metti anche”.

Cesena-Siena è stata piena di “e poi ci metti anche”, con 4 gol senza mai rischiare di subirne uno, condizione fisica scintillante, aggressione ragionata e perenne in una gara dove tu sei quello che meni e gli altri quelli che finiscono in dieci. I giocatori del Cesena avevano gli occhi di chi vorrebbe che il bello iniziasse da oggi. I giocatori del Siena avevano gli occhi di chi vorrebbe che il campionato fosse finito ieri.

Sabato c’era solo un romagnolo in campo ed era la 21enne punta del Siena Elia Petrelli. Il cartellino del ragazzo di Savignano è del Genoa, che nel 2021 lo ha acquistato dalla Juve con un trasferimento da 8 milioni entrato a fare parte del faldone delle plusvalenze. Dal gennaio 2021 ad oggi ha cambiato squadra ogni 6 mesi spostandosi in prestito: ha giocato per Reggina, Ascoli, Carrarese, Triestina e ora è al Siena da due settimane. Il 15enne Petrelli nel 2016 passò dal Cesena alla Juventus per un milione di euro: fu una delle mosse della disperazione per salvare la società e poi è finita come sappiamo. Ora che Petrelli è in un momento di difficoltà, aumenta ancora di più il rimpianto per un percorso in casa che non è continuato. Quando a 15 anni ti chiama la Juve è ben difficile dire di no: vale per una società che sbanda davanti a un bonifico da un milione e vale per un ragazzo e una famiglia che vedono un tram chiamato Juve che potrebbe non ripassare più.  Mettersi in gioco lontano da casa da minorenni è sempre una scommessa, con una linea comune che vale per tutti, per Petrelli come per Carnesecchi che ora gioca in A o per Casadei, che dopo il fallimento dell’Ac Cesena è passato dall’Inter al Chelsea e ora è al Reading in prestito. Nessuno può avere la certezza sul futuro di un talento di 14 o 15 anni del settore giovanile, ma è bello scoprirlo qui e una società è forte quando riesce a farlo capire, convincendo la sua famiglia dicendo: “Lasciatelo qui, perché è da noi che diventa un giocatore”. Il famoso senso di appartenenza non lo costruisci con i video sui social, che sono belli e divertenti, ma sono la confezione del pacco: la sostanza la fanno ragazzi che diventano giocatori qui e accendono un clima speciale allo stadio.

A proposito di clima speciale, ieri prima della palla al centro è stato curioso sentire a sorpresa l’inno d’Italia (autore Goffredo Mameli, 1827-1849), mentre la curva cantava “Gol gol gol Cesena gol” (Lucio di Cesenatico, 1947-2018). Un’idea per ricalcare lo spirito dello sport americano e che qualcuno in Italia sta già copiando (succede da qualche anno nel basket di A2 e B). In fondo è ora di sprovincializzarci, di andare oltre, di alzare lo sguardo. Guardiamo alla giornata di oggi, per esempio. Il 5 febbraio è un giorno importante per chi ama il calcio. In questa data sono nati Carlos Tevez, Cristiano Ronaldo, Neymar, Rodrigo Palacio, Jasper Blomqvist, Stefan De Vrij, Sven Goran Eriksson, Carolina Morace, ma soprattutto manca appena un mese al 64° compleanno di Adriano Piraccini.

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