Cesena, si torna dentro i ristoranti ma c'è il richiamo del mare

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È un cauto ottimismo quello con cui i ristoratori cesenati sono tornati ad accogliere i loro clienti all’interno dei loro locali. Quello che comincia in città è un periodo di bassa stagione, dove è normale un rallentamento delle affluenze. Ma nonostante ciò, i ristoratori intervistati dal “Corriere” sono unanimi nel dire che nei clienti vedono soprattutto il piacere di poter tornare a uscire e di riappropriarsi di gesti un tempo considerati normali come quello di sedersi al tavolo di un ristorante. La notizia di ieri dell'intenzione del governo di mantenere il limite dei quattro posti per tavolo non spaventa: ormai tutti ristoratori e clienti hanno imparato a convivere con questa regola.

«Immagino che ci sia anche chi ha ancora paura e non esce, ma sono tanti quelli che hanno voglia di tornare», commenta Ivan, che insieme a Paola gestisce il ristorante “Cohiba” in via Cesare Battisti. È ottimista: «Siamo sempre riusciti a lavorare, almeno un po’. La posizione centrale ci ha permesso di lavorare con l’asporto e appena hanno potuto i clienti sono tornati, anche se con l’arrivo dell’estate credo che molti si sposteranno verso il mare. Spero che non si esageri, come è successo l’anno scorso e che non si corrano gli stessi rischi». Si sente fortunato Piergiorgio Sacchetti, di “Brodino”: «Per fortuna, noi abbiamo la bottega, e quindi in questo periodo abbiamo sempre lavorato. Lo spazio che abbiamo tra fuori e dentro ci basta, e in questo periodo i ritmi cominciano a farsi più lenti, perché stiamo andando incontro alla bassa stagione. Io sono contento, non posso lamentarmi». La situazione andata progressivamente migliorando anche per “Casamadie”. «Sicuramente in zona gialla si lavora meglio che in zona rossa o arancio ma col meteo ancora incerto in maggio la ripartenza è stata un po’ più lenta - racconta Luca Collini - Ora le giornate cominciano a farsi più calde e con la possibilità di accogliere nuovamente i clienti anche all’interno si lavora meglio». Dopo mesi di servizio mensa, da ieri il ristorante pizzeria “Rugantino” ha riaperto la ristorazione: «Le giornate erano ancora troppo fredde e piovose per lavorare all'aperto - spiega il titolare Corrado - Così abbiamo scelto di continuare solo col servizio di mensa per i clienti con contratto. Ora siamo ripartiti e quella che noto è soprattutto una grande voglia di normalità, lo si capisce anche dalle telefonate e dalle prenotazioni. Credo che noi ristoratori, più che del virus, siamo stati vittime di una gestione politica sbagliata di questa emergenza. Ora ripariamo sperando che in ottobre non si torni indietro». Sui tavoli da quattro dice: «Lo facevamo prima, non è un problema continuare così. Sono le idiozie del momento, ce le portiamo avanti da un po’». È troppo presto per “Baldo”, dell’omonimo ristorante, per farsi un’idea di come sarà la ripartenza: «Siamo già in estate e quando è caldo la gente va al mare». Finora ha lavorato con l'asporto, «ma a volte si facevano anche solo 6 pizze in una sera». Anche se a ritmi più lenti, la gente sta tornando un po’ alla volta e al momento della prenotazione, se sono gruppi un po’ numerosi, «spiego sempre che devo fare più tavoli, ma ormai lo sanno anche prima che glielo dica io». In questi mesi al “Miko”, il ristorante asiatico a Case Missiroli, si erano organizzati con una tensostruttura nello spiazzo davanti al locale per poter continuare ad accogliere i clienti. Ma ieri, quando sono potuti tornare all’interno, i gestori erano più che contenti, anche per l’ottimo affusso.

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