Cesena: "Servono tanti alloggi e poca burocrazia per i profughi"

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Viviamo a ridosso della 7ª settimana di guerra tra Russia e Ucraina e per i profughi che, nel frattempo, con mille canali, privati (soprattutto) ed umanitari (in parte), sono arrivati nel cesenate, lo scorrere del tempo significa anche l’aumento dei problemi di sopravvivenza nella nuova realtà.

Mentre, come riportato anche ieri dal Corriere, lo slancio umanitario sotto forma di donazioni in città è in costante discesa...: «Alle persone arrivate servono sempre più “cose” ed appoggi sicuri che vadano oltre alla burocrazia ed alle sistemazioni di fortuna finora offerte».

Julia ha 31 anni, marito ed un figlio. L’italiano fluente tradisce ancora l’accento ucraino. Patria che ha lasciato 6 anni fa scegliendo Cesena per vivere ve lavorare. «In Ucraina in mezzo alla guerra ho tanti familiari. Per motivi diversi difficilmente verranno qua. I “nonni” non vogliono abbandonare il Paese. Gli adulti o non vogliono separarsi dai figli o più semplicemente, se maschi, non possono lasciare il Paese perché sono arruolati».

Ma Julia e tutti i suoi connazionali a Cesena la guerra la vivono comunque. Sotto forma di solidarietà con chi dalle bombe è riuscito a scappare. «Abbiamo creato una chat comune su Telegram per tutte le necessità che fioccano ogni ora. Ad ora nel cesenate sono 700 gli ucraini profughi registrati ufficialmente. Ma non sono gli unici presenti. Ci sono anche un buon numero di persone appoggiate da privati che non sono registrati in alcun modo. Non perché vogliano vivere in clandestinità. Ma perché in cuor loro coltivano ancora la speranza di poter presto tornare in Ucraina e ricominciare una vita normale. Ma ogni giorno che passa questa prospettiva si allontana sempre più di pari passo con le bombe che distruggono edifici e non lasciano più “un posto dove andare” in Ucraina agli ucraini».

E questi nuovi cesenati, per ora solo ospiti (di amici, conoscenti o semplici persone di buona volontà che si sono messe una mano sul cuore aprendo le porte di casa propria), mancano di tutto ed hanno bisogno di maggiori certezze per il futuro.

«Io in casa ho cinque persone rifugiate che sto ospitando - spiega Julia - Come tanti, anzi come praticamente tutti, non ho una disponibilità economica tale da poter mantenere due famiglie; e per le centinaia di ucraini arrivati a Cesena le esigenze aumentano di ora in ora. Noi cerchiamo di capire come riuscire a soddisfarle».

L’appello è all’amministrazione locale ma più in generale al sistema Romagna. Perché possa iniziare a pianificare un futuro, che per ora si prospetta sempre difficile e di guerra. «Possiamo mettere a disposizione le nostre case ai profughi per due, tre settimane, un mese... Ma è difficile cambiare posti dove dormire. Ed anche se è difficile che con una bacchetta magica il Comune possa trovare tanti alloggi servirebbero davvero strutture che possano accogliere a lungo termine queste persone. Per loro è difficile anche la normalità. Se per i pasti ed i vestiti la Caritas aiuta molto, può essere difficoltoso anche solo avere i soldi per acquistare un biglietto di bus ed andare a Forlì a fare le pratiche in Questura per il permesso di soggiorno. Io vado anche oltre ala questione economica: uno dei miei ospiti è disabile ed in bus non riuscirebbe comunque ad andare. Un’altra grossa mano potrebbe arrivare ritoccando la burocrazia. Per essere riconosciuti legalmente in Italia e potersi cercare anche un lavoro con cui mantenersi, a queste persone servono due mesi circa. Nell’arco dei quali dipendono da chi li sopita in tutto. I servizi sociali non possono coprire le esigenze di tutti. Ma avere tempi burocratici agevolati sarebbe utilissimo. Insomma: serve ancora tanto aiuto. Perché la situazione non peggiori sempre di più anche per i rifugiati».

Oggi al parco Carlo Fabbri di Martorano (in via Ravennate 2124) giornata di festa, musica, parole e solidarietà per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore del popolo dell’Ucraina, martoriato dalla guerra. L’evento, con inizio nel primo pomeriggio a partire dalle 1, gratuito e aperto a tutti, è organizzato da Ukraine Calling Cesena, un collettivo nato in città da poche settimane in aiuto e sostegno al popolo ucraino. Spettacoli live con artisti del territorio che si alterneranno sul palco, stand gastronomici con preparazioni e drink di tradizione italiana e ucraina, e uno spazio bimbi con attività ludiche aperto fino alle 17:30, scalderanno un pomeriggio di socialità e solidarietà a cui tutti sono invitati a partecipare, lasciando un’offerta libera o contribuendo fino alle 22 alla raccolta fondi, attraverso l’acquisto di cibi e bevande.

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