Cesena, senza ascensore “intrappolati” al Don Baronio alluvionato

Dal 20 maggio, da quando cioè le è stato concesso di rientrare a casa, Donatella Bertolotti non lascia il terzo piano del residence in cui vive al civico 70 di via Machiavelli. È il residence Don Baronio, «una struttura per anziani», spiega Bertolotti che di anni ne ha 84, quasi 85. «Ci sono 32 appartamenti su quattro piani e qui l’età media è intorno agli 80 anni se non si considerano le badanti delle persone allettate», spiega.

La fuga durante l’alluvione

Lei ci vive da sei anni e ha scelto quella struttura proprio per le attenzioni particolari che la struttura aveva alle persone anziane. Durante l’alluvione, il residence, così come altre strutture del complesso del Don Baronio sono state duramente colpite e ancora la proprietà, ma anche i residenti fanno i conti con le conseguenze di quanto accaduto. «Il 16 maggio ci hanno fatto sfollare di corsa – racconta la Bertolotti –. Io ho un problema alle ginocchia e già da qualche anno mi è stato vietato di fare le scale, quel giorno sono dovuta scendere al terzo piano di corsa, come tutti gli altri inquilini. Per le conseguenze di quella corsa folle una mia amica è stata ricoverata il giorno dopo, io da allora ho le ginocchia bloccate e quando il 20 di maggio ci hanno concesso di rientrare mi hanno dovuto portare su a spalla».

Bloccati in casa

Dopo 4 giorni da sfollati – chi da amici e parenti, chi invece come lei che non aveva nessuno in un’altra struttura del Don Baronio – il 20 maggio sono potuti rientrare nei loro appartamenti, ma quello che doveva essere la fine di un problema, ha segnato l’inizio di un nuovo incubo. L’alluvione ha infatti danneggiato gli ascensori della struttura: «Da allora non sono più potuta uscire – racconta la signora –. Avrei bisogno di andare dal podologo, dal parrucchiere ma non posso. Ho dovuto prendere un aiuto per fare la spesa, per portare fuori l’immondizia». Dopo quasi due mesi la situazione comincia a farsi insostenibile: «Qua non si è visto nessuno. Ci avevano detto che i primi di luglio sarebbero arrivati i pezzi di ricambio per l’ascensore, abbiamo superato la metà di luglio e ancora non è cambiato nulla. Da allora siamo senza ascensore e senza allarme antincendio. Abbiamo provato a chiamare anche i vigili del fuoco ma ci hanno detto che dobbiamo parlarne con il direttore amministrativo. Ma chi lo ha mai visto qua?».

«Mi hanno buttato tutto»

È grande l’amarezza della signora Bertolotti. «C’è un’altra cosa che non riesco davvero a perdonare e che ritengo davvero gravissima: hanno svuotato il mio garage senza chiedermi nulla, buttando via tutti i miei ricordi». I garage erano stati completamente invasi dall’acqua. La gran parte di questi erano pieni degli affetti personali degli inquilini che l’acqua aveva trasformato in rifiuti infangati: «Io e altre due o tre persone che sapevano non potevamo muoverci dal nostro appartamento non siamo stati nemmeno avvisati. Ci hanno buttato via tutto». Bertolotti si dice certa «che alcune cose si sarebbero potute salvare»; si riferisce in particolare a delle foto, unico ricordo di una bimba morta da diversi anni.

Isolati e soli

Ad acuire il tutto è il senso di isolamento, la sensazione di non essere presi in considerazione: «Qua non si è mai fatto vedere nessuno. Non ci hanno proposto assistenza di alcun tipo, eppure se pago 610 euro per un appartamento di 50 metri quadri è perché questa doveva essere una struttura con delle attenzioni in più. Così sembra che per loro esistiamo solo al momento di pagare l’affitto».

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui