Cesena, scontro su casa Serra: "Accordo carbonaro senza bando"

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«Forse siamo tornati ai tempi della Carboneria, delle società segrete risorgimentali, con scelte, progetti e soluzioni senza il coinvolgimento di nessun altro?». È la domanda pungente fatta da Pier Guido Raggini, già docente del Liceo classico “Vincenzo Monti”, a proposito dell’accordo stretto dal Comune con l’Istituto tecnico economico “Serra”. Quello finalizzato a rivitalizzare la casa natale del grande letterato Renato Serra, che ogni terzo sabato del mese, a partire da domani, dalle ore 15 alle 18, sarà aperta per visite guidate condotte da studenti-ciceroni della scuola a lui intitolata. All’insegnante a riposo, sempre molto attento a tutte le vicende culturali cittadine, non è piaciuto il modo in cui si è arrivati a questa scelta, per la quale avrebbe auspicato un invito pubblico. E ha anche dubbi sul modo in cui si è deciso di provare a valorizzare quel luogo ricco di storia e di fascino.

Percorso culturale interrotto

«Forse basta l’identità e la eco di un nome, del richiamo a qualche personaggio super parte per ottenere a Cesena l’affidamento comunale di un’istituzione, di uno spazio culturale? - scrive Raggini - Casa Serra, dopo trascorsi arditi e raffinati della sua inaugurazione e apertura come “Istituto di memoria”, era sprofondata a causa di mille difficoltà non solo economiche nella dimenticanza di stagioni non lontanissime e poi ridestata a nuova vita con l’allestimento pluriennale di “Appuntamenti Serriani” negli anni centenari della prima guerra mondiale e del sacrificio di Renato. Appuntamenti che hanno visto la sinergia originale tra letteratura, musica, arte e gli scritti di Serra, rieditati e messi in circolazione. Ma poi quel progetto si è interrotto, nel 2019. Per la sordità e la mancanza di risposta da parte dell’assessorato alle richieste e ai progetti per proseguire l’avventura culturale. L’amministrazione comunale non ha più, inspiegabilmente, dato cenno di risposta a chi voleva continuare a rendere quello spazio una casa della memoria, la casa di uno scrittore, ex direttore della nostra Biblioteca Malatestiana, di un critico libero e profetico. Uno spazio naturale per far vivere e convivere letteratura, arte e musica. Per qualche anno poi, l’impegno da cireneo di un istituto scolastico ha cercato di tenere aperto, in qualche occasione circoscritta, quelle stanze. Finché, dopo la sonnolenza, c’è stato un risveglio misterioso e improvviso di Casa Renato Serra».

Accordo «carbonaro» con l’Ite

Il riferimento è alla recente convenzione siglata tra il Comune e l’Istituto tecnico “Serra”, come riportato dal “Corriere”. «Come mai - si chiede l’insegnante - nessun bando pubblico è stato predisposto per l’affidamento di questa casa museo? Come mai nessuna risposta è stata data, dal 2019 ad oggi, alla richiesta di chi aveva iniziato un lavoro serio nel 2015 per una continuità cultura che sempre premia? Nessuna proposta di coinvolgimento per i soggetti culturali, vivi e creativi in città, secondo il respiro della educazione, della democrazia e della sussidiarietà. Forse siamo tornati ai tempi della Carboneria?».

Un luogo per eventi

Raggini rinnova quindi la «richiesta storicizzata di continuare a fare di Casa Serra il luogo, lo spazio della memoria, di ricordi librari e concerti estivi, come nell’iniziativa “Sinfonie notturne”, nel giardino vigilato dal celebre terrazzo rimasto intatto sul quale è stato immortalato Renato Serra nel famoso ritratto e dalla grande rosa rampicante». Un progetto da sviluppare con «un coinvolgimento operativo di sinergie libere e trasparenti, chiamando a raccolta soggetti creativi ed ingegnosi, e rispondendo a chi aveva offerto idee progettuali concrete e documentate». Il giudizio sull’amministrazione comunale è tranchant. La accusa di avere avuto «un atteggiamento autoreferenziale» ed esprime la propria «amarezza per un certo modo di fare sempre politica culturale che ricorda forse tempi che non apprezziamo e non vorremmo si ripetessero».

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