Cesena. Scomparsa di Cristina. La madre: “Invidio mio marito che è morto e ora sa cosa le è accaduto”

Nell’ultimo colloquio avuto con l’avvocato Barbara Iannuccelli e con la madre di Cristina Golinucci, Marisa Degli Angeli, la Procura ha spiegato che è in attesa di prendere decisioni. Se indagare qualcuno per la scomparsa e la morte di Cristina Golinucci e Chiara Bolognesi oppure chiudere le ricerche, i nuovi interrogatori e il lavoro svolto (che ha comportato anche la riesumazione del cadavere della cesenate morta nel Savio e sempre data per sucida) con una archiviazione. L’ennesima per quanto riguarda la 21enne di Ronta scomparsa all’inizio di settembre del 1992.
Marisa Degli Angeli. Oggi come 31 anni fa: sono giorni di attesa….
«Sì, per il momento io non so nulla. Non sappiamo ancora niente. È chiaro che mi piacerebbe poter avere una risposta. Anche perché da febbraio e dalla riapertura del caso sono passati tanti mesi. Onestamente in questo momento non so cosa pensare. Quindi torno a quando è iniziato di nuovo tutto. Se il caso è stato riaperto e c’è stato molto movimento è merito anche dell’avvocato Iannuccelli. Ma mi viene da dire che se c’è stato tanto da fare, si è indagato ancora fino ad arrivare dopo tanti anni a riesumare il cadavere di Chiara Bolognesi allora… Allora vuol dire che qualche spunto concreto gli inquirenti ce l’hanno. Io continuo a coltivare speranze che possano arrivare alla verità. Almeno fin quando non saprò che cosa hanno di concreto sotto mano, continuo a sperare».
Mamma Marisa resta fiduciosa nelle persone che stanno lavorando per Cristina.
«È logico che può anche essere che io debba provare alla fine una nuova delusione. Ma sono sincera: ho molta fiducia nella procuratrice Maria Teresa Cameli fin dalla prima volta in cui l’ho incontrata. Mi venne a parlare informalmente per chiedermi di Cristina quando in Commissariato c’era ancora il dirigente Giorgio Di Munno. Lui ora ha cambiato sede di lavoro. Ma le mie speranze nella procuratrice restano immutate».
Ci sono stati incontri recenti con investigatori ed inquirenti?
«Ho visto sia la dottoressa Cameli che la dottoressa Brunelli l’ultima volta ad aprile, ad esumazione di Chiara Bolognesi avvenuta. C’era anche la patologa Donatella Fedeli. Mi ha spiegato che le sarebbe piaciuto potermi dare delle risposte. Ma che ancora di risposte purtroppo non ce n’erano».
In città la prospettiva di un “mostro” che abbia avvicinato le due ragazze dagli ambienti religiosi o da quelli del volontariato e dell’associazionismo, ha destato scalpore.
«La riapertura delle indagini, i servizi e le interviste sui giornali e a “Chi l’ha visto?”, se da una parte mi hanno riacceso la speranza di sapere la verità, dall’altra mi hanno anche fatto male. Ho visto tanta solidarietà ma anche tante persone che mi hanno voltato le spalle e non credevo potesse accadere. A volte mi lascio prendere dallo sconforto. Non dico che vorrei essere morta, m invidio mio marito Giovanni. Perché lui adesso è li, con Cristina, e pur non essendo più con noi, lui almeno la verità la conosce già».

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