Cesena, salta anche il piano B per Massimo Bulbi

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È amareggiato ma non indugia in vittimismi Massimo Bulbi quando commenta l’esito delle elezioni che lo hanno visto candidato per il Pd e la coalizione di centrosinistra al collegio uninominale alla Camera di Forlì-Cesena.

«Sapevamo di partire da uno svantaggio importante - ammette Bulbi -, avevamo un gap di 17 punti percentuali e nonostante tutto ne abbiamo recuperati 11. Su alcune realtà siamo andati meglio che in altre, come ad esempio a Cesena, su altre abbiamo accusato, nelle zone più periferiche ad esempio si è confermato il trend che ci vede in svantaggio sul centrodestra». Rientra in quel trend anche nel suo Comune a Roncofreddo dove ha prevalso nettamente la coalizione di centrodestra, ma dove, si riconosce Bulbi, «nonostante il netto svantaggio sono riuscito a guadagnare 76 preferenze personali».

La sfida era complicata sin dalle premesse, «La candidatura nel collegio plurinominale nasceva dalla consapevolezza che non sarebbe stato facile, ma era altrettanto doveroso mettere la faccia per il territorio e impegnarsi fino in fondo per l’uninominale. La sfida era quella di convincere le persone a votare per il candidato, ma alla fine ha vinto il voto per i partiti, perché altrimenti non avrebbero votato per la candidata di Milano». Il piano B per Bulbi, la candidatura al terzo posto al plurinominale, si è disfatta nella mattinata di lunedì quando dopo un testa a testa andato avanti tutta la notte, è diventato chiaro che anche la candidata Pd a Ravenna, Ouidad Bakkali, aveva perso per meno di 50 voti. Solo se lo avesse vinto, Bulbi avrebbe potuto contare sul ripescaggio.

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