Stanno tornando poco a poco in circolazione un migliaio di libri che contengono “Parole dal fango”, recuperati in un contesto drammatico: quello delle cataste di pubblicazioni de “Il Ponte Vecchio” destinate al macero, dopo essere state rovinate dall’alluvione. Merito di un’idea nata un po’ per caso, su iniziativa di un gruppetto di cittadini, rimasti colpiti da uno degli effetti più impressionanti del disastro del 16 maggio.
La nascita dell’iniziativa
La sede della casa editrice targata Casalini, in via Caprera, è stata colpita pesantemente dall’esondazione del Savio, perdendo circa 7.000 dei suoi libri. Nei giorni seguenti all’esondazione del Savio, è passata da quelle parti Chiara Dall’Ara, assieme ad alcuni amici, per vedere se poteva dare una mano a Luciano Giulianini, l’ex edicolante che fino a pochi anni fa ha gestito con i suoi genitori la rivendita di giornali di fianco a Palazzo del Ridotto. Sia la sua casa sia quella dei genitori erano infatti state allagate. Ma lì in via ex Tiro a Segno c’erano già parecchi volontari che si stavano dando da fare e così, badile in spalla, Chiara Dall’Ara si è spostata in via Caprera, dove ha visto una scena che l’ha scossa. «Fuori dalla sede de “Il Ponte Vecchio” – racconta – c’era una montagna di libri rovinati dall’allagamento, esposti all’esterno, in attesa di essere buttati via. Presa dallo sconforto, quasi senza pensarci, mi sono messa a prenderne alcuni rimasti in condizioni decenti. Poco a poco, tornando anche il giorno dopo, assieme a Vania Santi e ad altre persone, ne abbiamo raccolto un migliaio e don Paolo ci ha trovato posto dove depositarli temporaneamente. Poi, nel giro di una ventina di giorni, li abbiamo puliti uno a uno e abbiamo iniziato a pensare come potevamo fare per trasformarli in una testimonianza di cosa era accaduto e anche per trasformarli in un’occasione per raccogliere fondi a favore di chi era stato colpito dall’alluvione». Ha preso così forma l’iniziativa “Parole dal fango”, senza obiezioni del proprietario, anche se ha preferito restarne fuori. Su ogni libro recuperato è stata scritta a mano una frase per spiegarne l’origine. E cioè che si tratta di «libri salvati dall’alluvione, strappati dal fango, lavati da volontari. Testi che fanno circolare storie e idee, portando il segno di quanto accaduto. Come tutti noi».
Libri rimessi in circolo
Ad arricchire l’iniziale idea di venderli, a offerta libera, per raccogliere fondi da donare alle persone danneggiate ci ha poi pensato Enrico Gentili, attraverso il progetto di improvvisazione teatrale “Altrove”, che porta avanti da tempo. Durante gli eventi che organizza in località “fuori mano” ha iniziato a mettere all’asta un certo numero di quei libri. La risposta degli spettatori è stata sorprendente: qualcuno, capendo il valore solidale, etico, simbolico e culturale dell’iniziativa, ha sborsato fino a 20 euro. I soldi raccolti in questo modo vengono poi usati per acquistare volumi nuovi “made in Romagna”, da collocare poi nelle “casine dei libri” e in altri punti lettura. Ma Gentili non è stato l’unico a sposare la causa delle “Parole dal fango”. Durante un partecipato evento in via Po e in via Adda, organizzato qualche tempo fa per ringraziare chi si è dato da fare per gli alluvionati, il poeta Loris Martelli si è reso disponibile a ospitare questa particolare iniziativa. E così, con un’offerta minima di 2 euro per ciascun volume, ha rimpinguato una raccolta fondi lanciata a favore di due famiglie di via Adda pesantemente colpite dall’esondazione del Savio. Più di recente, un banchetto coi libri alluvionati è stato allestito durante uno spettacolo di poeti e cantastorie al Podere Salmastro, a Sala di Cesenatico, vicino al labirinto del grano. Dei mille libri de “Il Ponte Vecchio” strappati al fango, ne restaa ancora qualche centinaio stoccato nei garage dei sostenitori del progetto, in attesa di finire nelle mani di qualcuno, con questo stesso spirito e attraverso vari canali. «Ci piacerebbe anche dare una mano alle Cucine popolari (la cui sede accanto al “Don Baronio” è stata sommersa dall’acqua ed è in fase di ripristino, ndr) – anticipa Chiara Dall’Ara – organizzando una raccolta fondi a loro sostegno, attraverso le “Parole dal fango”. E la stessa cosa si potrebbe fare anche per altre associazioni ed enti meritevoli».