Cesena, rinviati i concerti d’organo al Monte ma rimane la polemica

La rassegna di concerti “D’avvento l’Organo 2022” è stata rinviata a data da destinarsi. Sarebbe dovuta cominciare domenica scorsa e accompagnare con un concerto all’abbazia del Monte ciascuna delle domeniche d’Avvento, ma «un improvviso e imprevisto problema» ha costretto a sospendere l’iniziativa.

La rassegna sarebbe stata l’occasione per inaugurare il nuovo organo digitale con sistema Hauptwerk, un programma, si legge nella presentazione della rassegna, «che permette di caricare dei sample-set (registrazioni di altissimo livello) di veri organi a canne su una consolle midi; si tratta, a tutti gli effetti, di ottenere un organo virtuale, esattamente uguale all’originale». Quello della basilica del Monte è stato acquistato, insieme a consolle e impianto audio, da una ditta polacca per 48.000 euro.

Ma è proprio il nuovo strumento ad aver costretto a rinviare tutto. Lo strumento è arrivato dalla Polonia con qualche giorno di ritardo e al momento di metterlo in funzione qualcosa non è andato come doveva. Questione di software, che non “girerebbe” come deve, e i tempi di intervento dell’assistenza tecnica dovendo arrivare dalla Polonia per la messa in funzione sono incompatibili con le date della rassegna. Almeno per quanto riguarda le prime, ancora c’è la speranza che si possa recuperare qualcuna delle date programmate.

Nell’avvisare del rinvio, la società Amici del Monte, in questo caso non organizzatrice ma solo portavoce della comunità benedettina, ha ringraziato, a nome di don Antonio Di Marco della comunità benedettina e organizzatore della rassegna, i concertisti d’organi che avevano «aderito con gioia».

Ma se c’è chi di buon grado aveva aderito all’iniziativa, nel mondo degli organari c’è anche chi ha duramente e pubblicamente condannato la scelta dei monaci di acquistare un organo digitale, tra questi in particolare Marco Fratti che ritiene la scelta di passare all’organo digitale una pericolosa sconfitta culturale, al punto da salutare l’annuncio del rinvio a data da destinarsi della rassegna come un «lieto fine» e di augurarsi che quella vaghezza possa presto tradursi in un «mai». «Gli “organi virtuali”, gli “organi elettronici” – scrive l’organista Ivan Furlanis – non sono veri organi il cui suono è prodotto esclusivamente dall’aria che vibra nelle canne. Almeno abbiate l’onestà culturale di chiamare tale strumento che inaugurate come elettrofono. Sarebbe altrimenti come spacciare una riproduzione di un’opera pittorica come quadro».

Per motivare l’acquisto sarebbe stato spiegato che i due vecchi organi dell’abbazia, ma la giustificazione non convince: «in 35 anni anni non ho mai visto un organo non potesse essere recuperato», scrive Fratti. Sono della stessa opinione anche della stessa linea anche gli organisti Mauro Banzola e Stefano Oddi. Nikolas Bolognesi, organista della cattedrale di Cesena, si dice «al quanto deluso da questo acquisto», 48mila euro, aggiunge, «si potevano spendere benissimo per restaurare il Tamburini e accordare il Verati».

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