Cesena, ponticello ottocentesco da distruggere: "Salviamolo"

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Un ponte sul Rio Granarolo, con tutta probabilità, domani sera sarà abbattuto, mentre diverse persone vorrebbero che fosse salvato. Nei giorni scorsi, a San Giorgio è giunta notizia che sul piccolo corso d’acqua nei pressi di via Mariana, un antico ponte ad arco in mattoni sarà abbattuto. Non è un reperto antichissimo, ma ha di certo più di un secolo. Claudio Lugaresi, fitopatologo che nella sua carriera ha perlustrato palmo a palmo la campagna cesenate presso le aziende agricole, saputa la notizia, c’è rimasto molto male: «È un pezzo di storia e di ponti in mattoni così curati non ne sono rimasti molti sul torrente cesenate. Andrebbe fatta manutenzione, tutelato e non distrutto». Giancarlo Brighi, il più grande esperto della centuriazione cesenate, afferma che «il Rio Granarolo è un torrente molto importante a Cesena. Si fonda su un paleo-alveo, cioè un tracciato fluviale molto antico che risale alla preistoria. In miei precedenti studi, ho ipotizzato che l’attuale Granarolo una volta non fosse altro che il fiume Savio». Alla luce di ciò, perché abbatterlo? Un ingegnere spiega che «probabilmente non appartiene a nessuno e non ha più alcuna utilità pratica». E in effetti è proprio così, in quanto addirittura ci sono cresciute sopra piante in gran quantità. Ma continua: «Certo, la sezione non è delle più ampie, ma con un’accurata manutenzione potrebbe esserne allargato il lume. Fra l’altro non sono stati segnalati allagamenti a monte di questo ponticello, che credo risalga all’Ottocento, e quindi ha più di un secolo». D’altra parte, se il Consorzio di Bonifica ha preso questa decisione, significa che intende prevenire futuri danni. Ma a breve distanza dal ponte in mattoni ce n’è un altro, in calcestruzzo, ben più recente e con un pilatro che ha vistosamente ceduto: quello è sicuramente un pericolo, perché ostruisce parte del passaggio dell’acqua. I ponti una volta erano tanto preziosi quanto rari. Costruire un arco in mattoni significava avere interessi molto forti nella zona. Forse un grande proprietario terriero lo fece per raggiungere i suoi campi. Essere arrivato intatto fino ai nostri giorni sta a significare che è solido, ben fatto e che ha resistito sia alle tante alluvioni, sia ai bombardamenti e al passaggio delle truppe e dei carri armati durante la seconda guerra mondiale. «Salvate il ponte sul Granarolo», è la richiesta di alcuni residenti di San Giorgio.

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