Cesena, incidenti: pirati della strada al 6,4% del totale

«Quando si è protagonisti di un incidente stradale, qualsiasi sia la dinamica e la condizione, si è coinvolti in un reato colposo. Con tutti i benefici di legge che vengono applicati una volta che si dovesse finire avanti ad un giudice. Se si decide di tirare dritto e “voltare l’angolo” per scappare a quel punto si commette un reato doloso. Non ne vale la pena. Si viene quasi sempre scoperti e quei benefici del “non averlo fatto apposta” una volta arrivati davanti al giudice non ci sono più».

Auto pirata

Per la polizia locale di Cesena l’impegno investigativo, ogni volta che si ha a che fare con un autista “pirata”, coinvolto in un incidente e fuggito senza prestare soccorsi, è gravoso e dispendioso dal punto di vista delle energie spese dalle risorse umane interne al comando. «Ma è una tipologia di reato sulla quale ci impegniamo senza lasciare nulla al caso ed i risultati si vedono – spiega il comandante della polizia locale Andrea Piselli – Anche perché si tratta di un reato molto meno raro di quanto si possa pensare».

Trentasette casi all’anno

L’anno scorso la polizia locale di Cesena ha rilevato 578 incidenti, con e senza feriti nel proprio territorio di competenza. Di questi 37, ossia il 6,4% del totale, hanno avuto un veicolo pirata che si è allontanato. «Quasi la totalità dei casi è stato scoperto – sottolinea il comandante – nel senso che 33 autisti sono stati poi identificati e denunciati per omissione di soccorso. Sui 4 casi ancora “ignoti” 3 sono in fase d’investigazione ed in un caso si è scoperto che l’incidente denunciato da chi lo aveva subito (auto posteggiata in sosta regolare ed “ammaccata” da qualcuno) in realtà non si era svolto dove il proprietari dell’auto credeva. Ma i danni erano avvenuti altrove».

Perché fuggono

L’investimento di una giovane in viale Carducci ha riportato le vicende degli autisti pirata nella parte sensibile delle cronache. Era da quando un cesenate era stato arrestato (ad una settimana dall’aver travolto un giovanissimo scooterista senza fermarsi a prestargli soccorso) che non c’era così tanta attenzione a questo tremendo fenomeno.

Nella quasi totalità dei casi, anche se esistono eccezioni di persone che per porto spavento e stato confusionale nell’accaduto scappano via, il movente che spinge un autista a diventare pirata della strada è legato all’aver qualcosa da nascondere. «Si parte dalle situazione personali continua il comandante – che possono essere quelle di aver assunto alcol o droghe prima di mettersi al volante. Oppure situazioni legate al veicolo che si sta guidando come mancata revisione o assenza dell’assicurazione. A volte chi guida ha la patente sospesa e non poteva essere lecitamente al volante. Poco spesso, ma capita, chi scappa da un incidente lo fa perché non può giustificare a casa propria l’essersi trovato in quel momento nel luogo dell’incidente anziché da tutt’altra parte».

La legge e il “dubbio”

«Con le nuove leggi sull’incidentalità stradale con colpa che hanno innalzato di molto il livello di punibilità quando si viene coinvolti in un sinistro e non si è in regola con lo status per poter guidare, il ragionamento (sbagliato) che tanti fanno in una frazione di secondo è quello di provare ad andarsene. Nella speranza di non essere presi e quindi di “potersela cavare”. Ma quasi mai è così».

Se il legislatore alzasse a dismisura le pene per la fuga, la legge darebbe un deterrente maggiore. «Anche perché per quanto una persona possa non essere “in regola” al momento di un incidente, quando si è protagonisti di un sinistro si è in una situazione “colposa” e non “dolosa” come fuggendo. Con tutti i benefici i termini di diminuenti davanti al giudice che scappando non ci sono».

Nuove telecamere in arrivo

Alla polizia locale resta il compito faticoso di scoprire gli attori delle fughe. Capita poco spesso, come avvenuto nel caso dell’ultimo incidente, che sia pur a distanza di poco ci sia un ravvedimento del pirata che si consegna alle sue responsabilità. «Le complicazioni nelle indagini negli ultimi 15 anni si sono abbassate. Da sempre sono difficili perché oltre che individuare il veicolo serve portare prova di chi fosse alla guida dello stesso. Le “celle telefoniche” tolgono parecchi dubbi sulla presenza di una persona in un determinato luogo all’ora di un incidente. Le testimonianze di chi ha visto l’incidente aiutano. Ma in questi anni la diffusione massiccia di telecamere di sicurezza, capaci di leggere targhe e videoriprendere punti di fuga, ha abbassato tanto la possibilità per chiunque di sfuggire al riconoscimento».

Cesena, da questo punto di vita, è all’avanguardia. «E lo sarà sempre di più. È di questi giorni la conferma che il Ministero ha assegnato alcune ulteriori centinaia di migliaia di euro a Cesena per implementare la propria rete di vigilanza. Tra qualche mese ci saranno numerosi occhi nuovi a vigilare sul traffico. Con telecamere di ultima generazione che, sia pur molto costose nella gestione e nella manutenzione, daranno ancor più visuale anche contro le auto pirata».

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