Cesena, piazze archeologiche: 15 casse piene di ossa e 450 reperti

Cesena

Gli scavi in corso nel cantiere per riqualificare le tre piazze di fronte alla Malatestiana stanno facendo affiorare una quantità impressionante di porzioni di scheletri. Sono ben 15 le casse riempite con ossa umane recuperate sotto lo sguardo delle archeologhe coordinate dalla Soprintendenza. Si trovavano sia in sepolture singole che in ossari. Uno di questi è stato rinvenuto qualche giorno fa in un punto di piazza Bufalini situato a pochi metri di distanza dall’ingresso della sezione moderna della biblioteca.

I reperti asportabili

Oltre a questi resti macabri, sono venuti alla luce reperti archeologici di tutti i tipi. Una volta ripuliti e classificati, sono stati riposti in una decina di casse. Circa 450 sono stati classificati dagli specialisti come «notevoli». Significa che sono importanti e alla base di questa valutazione possono esserci vari motivi: o per la loro tipologia o perché sono ben conservati o perché sono semplici da datare in modo certo. Si tratta di frammenti di oggetti fatti di svariati materiali e risalenti a epoche differenti: vetro, ceramica, metallo, pietra, ceramica. Non mancano monete.

I resti di strutture

Ci sono poi i ritrovamenti che non possono essere rimossi, cioè parti di strutture. Quelle individuate da quando sono iniziati i lavori facevano parte di 27 costruzioni. Le più rilevanti riguardano palazzo Almerici, che sorgeva nell’omonima piazza e fu demolito nel 1961, e l’antica chiesa di San Francesco, che occupava gran parte dell’attuale piazza Bufalini, delle quale ci sono testimonianze fin dalla metà del XIII secolo e che fu abbattuta nel 1842. Dello storico palazzo Almerici sono affiorati i resti di vari locali interrati e seminterrati, come una cantina a volta che era piena di macerie e cinque cantinette. Nella stessa zona sono state scoperte, nelle fasi iniziali dell’intervento, le tracce di un vano scala, quattro silos, una fossa da butto e una ghiacciaia circolare. Più verso l’ex liceo classico è spuntata una porzione del rifugio antiaereo costruito in mattoni e cemento di cui si conosceva già l’esistenza. Per quel che riguarda la chiesa di San Francesco, sono riemersi pezzi delle mura perimetrali sia dell’impianto trecentesco che della versione settecentesca, e 5 ossari.

Il modus operandi

Tutto quanto è stato documentato in modo accurato con foto e rilevazioni. Lumi sui ritrovamenti archeologici nelle “tre piazze” erano stati chiesti anche dalla Lega, attraverso un’interrogazione, e l’assessore ai Lavori Christian Castorri ha ribadito la propria disponibilità a fornire aggiornamenti costanti e ha rassicurato sul fatto che si sta continuando a operare con modalità che limitano al massimo i rallentamenti. E finora questa buona organizzazione ha evitato blocchi del cantiere dovuti a reperti. La presenza fissa sul posto delle archeologhe si sta rivelando molto efficace da questo punto di vista. Da una parte, stanno garantendo un’attenta sorveglianza su quanto emerge e un adeguato recupero di quel che si può, quando ne vale la pena. Dall’altra parte, così si evitano continue interruzioni che altrimenti sarebbero state inevitabili per coinvolgere la Soprintendenza.

I futuri scavi

Ovviamente non si può escludere che prima o poi salti fuori qualcosa che richiederà maggiori approfondimenti, anche se in piazza Bufalini si prevede di scavare non oltre 150 centimetri sotto il piano di calpestio, la profondità sufficiente per posare il previsto collettore fognario. Soprattutto le sorprese potrebbero arrivare quando si scaverà in piazza Fabbri, dove alla fine degli anni Novanta, quando si costruì il parcheggio silos, vennero alla luce un grande mosaico romano (ora esposto nel salone del municipio) e i resti di una domus. Però, per il momento, il cantiere delle tre piazze non ha dovuto fare i conti con grossi ostacoli archeologici, pur avendo regalato parecchi reperti. Semmai, a preoccupare sono le forniture dei materiali, vista la tempesta in atto su scala planetaria su questo fronte.

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