Cesena, deve donare il sangue e trova i parcheggi pieni al Bufalini: 45 minuti d'attesa e si arrende

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Aveva un appuntamento all’Avis per donare il sangue. Ma la ricerca di un posto auto in tutti gli stalli per la sosta attorno al Bufalini e anche nelle strade nei dintorni del complesso ospedaliero sono stati vani. Tanto che, dopo tre quarti d’ora, il ventenne protagonista di questo episodio ha avvisato gli operatori che dovevano fargli il prelievo e ha posticipato di un’oretta l’appuntamento, in modo da tornare a casa sua, prendere la bicicletta e ritornare là. È successo nella prima metà di martedì mattina e alla fine la donazione è stata fatta. Il ragazzo non ne fa una dramma, però pensa che sia utile fare una segnalazione di un disagio che può essere molto più fastidioso per chi ha bisogno di recarsi al Bufalini per questioni più angoscianti, o semplicemente ha meno pazienza. Il rebus è di difficile soluzione e da anni non solo l’amministrazione comunale in carica ma anche quella precedente è chiamata ciclicamente a farci i conti. Da un punto di vista etico, sarebbe doveroso che i posti auto al servizio dell’ospedale fossero gratuiti. Ma il loro numero insufficiente a Cesena (sono circa 600, più 60 riservati a particolari categorie munite di contrassegno) rende impensabile lasciarli a uso totalmente libero, perché questo inciderebbe negativamente sulla rotazione e quindi sulla disponibilità. Perciò si è arrivati a una soluzione di compromesso: le prima 3 ore di sosta gratuita, e quelle successive a 0,40 euro all’ora o 2 euro in tutto per ventiquattr’ore. È una scelta che mira a evitare auto posteggiate in pianta stabile, ma al tempo stesso consente alla maggior parte dei pazienti di completare le prestazioni per cui sono lì in tempo utile per non dovere pagare niente. A complicare ulteriormente le cose ci sono poi le richieste di medici e altri operatori sanitari o altro personale impiegato al Bufalini, che chiedono spazi di sosta riservati a loro. È un’aspettativa legittima, ma si scontra anche in questo caso con la necessità di non saturare i parcheggi in un modo così estremo come quello con cui ha dovuto fare i conti il giovane donatore di sangue. Tra l’altro, fa notare che con quel sovraffollamento «si creano anche situazioni pericolose o di intralcio, oltre all’inquinamento provocato dai gas di scarico, perché tanti automobilisti si ammassano in spazi molto stretti, a motore acceso, aspettando che si liberi un posto». E a volte, nel tentativo di infilarsi precipitosamente per non farselo sfuggire, si scatenano tensioni con altri “rivali” ugualmente a caccia del parcheggio. La soluzione per le prossime volte - dice il ventenne - sarà semplice: andare in bici o in autobus. Però osserva che ci sono parecchie persone, in particolare anziane, per le quali sono alternative scomode. Il sindaco Enzo Lattuca ha ripetuto più volte che il problema potrà essere definitivamente superato quando sarà costruito il nuovo ospedale a ridosso del casello autostradale a Villachiaviche. Lì ci saranno abbastanza parcheggi da potere fare sostare tutti gratuitamente e senza restrizioni temporali. Nel frattempo, bisogna cercare di barcamenarsi come si può.

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