Gatteo, paga per tagliare i tempi di cura: l’Ausl Romagna gli nega rimborsi

«Non è possibile avere risposte diverse dallo stesso ente. Il Cup ha delle soluzioni, l’Ufficio relazioni col pubblico altre, e in parte migliori. Ma non è sempre l’Ausl a cui mi sono rivolto?». È sempre più amareggiato il 60enne di Gatteo protagonista di una vicenda kafkiana all’interno delle liste d’attesa e dell’urgenza che aveva di svolgere degli esami. Quello che lo fa arrabbiare non è solo il respingimento della richiesta di rimborso che ha presentato all’Ausl, ma anche a suo dire le contraddizioni e le mancanze organizzative nei due uffici dell’azienda sanitaria pubblica che si interfacciano coi cittadini-pazienti.

La vicenda

La storia è stata raccontata dal “Corriere Romagna” a metà dello scorso mese di luglio. L’uomo in preda a fortissimi dolori che gli impedivano di stare in piedi o seduto per più di tre minuti di fila, si è fatto portare dalla Croce rossa al pronto soccorso. Ma lì, dopo essere stato visitato nella Terapia antalgica, gli è stato indicato di sottoporsi d’urgenza a una risonanza magnetica e di fare una visita neurochirurgica, che si sono rivelate impossibili da fare in tempi ragionevoli. E così il pensionato afflitto da ernie e lombosciatalgia derivanti da una malattia professionale, è stato costretto a rivolgersi al privato, a pagamento. Con un costo di oltre 300 euro per le due prestazioni prescritte (di cui una svolta al Bufalini), oltre a pagare 50 euro più un euro a km per l’ambulanza che lo aveva trasportato. Un conto salato insomma: «Quando avevo provato a prenotarmi mi sono stati comunicate come prima date disponibili l’1 ottobre per la risonanza magnetica lombo-sacrale, per giunta a Riccione, e l’1 novembre per la visita neurochirurgica al Bufalini». Rispettivamente a tre e quattro mesi dalla richiesta e, aggiunge il 60enne, «mi hanno pure detto che ero fortunato perché si erano liberati dei posti, altrimenti avrei dovuto aspettare il 2024».

Rimborso negato

L’uomo non si è arreso ed ha protocollato all’Ausl una richiesta di compartecipazione alle spese che aveva dovuto sostenere per aver svolto a pagamento delle visite urgenti per le quali non c’erano date urgenti a sua disposizione. La dirigenza dell’Ausl ha risposto ufficialmente protocollandogli una missiva in cui l’azienda sanitaria spiega che questa possibilità non è più prevista delle leggi regionali.

Cup e Urp scoordinati

«Ciò che mi ha lasciato però ulteriormente perplesso – spiega l’uomo – è aver ricevuto sulle date delle visite risposte diverse dall’Ausl. Al Cup, a cui mi sono rivolto, mi era stata indicata la possibilità di recarmi a Riccione in ottobre o al Bufalini in novembre, grazie ad alcune disdette che erano arrivate. Mi sono rivolto all’Urp e prima di svolgere la visita specialistica mi hanno invece detto che ci sarebbe stata la possibilità di essere preso in carico in tempi definiti «più rapidi» (ma senza qualificare un giorno o una settimana), appoggiandomi sul centro specialistico che gravita sulle zone di Faenza e Lugo. Perché il Cup non era a conoscenza di questa possibilità? E se l’Urp ha soluzioni migliori rispetto a quelle che vengono comunicare, perché non ne informa il Cup? O perché al Centro di prenotazione non vengono in automatico inserite queste possibilità tra quelle disponibili? Sarebbe più utile per i pazienti che tutte le possibilità fossero a disposizione di un’unica entità dell’Ausl. Ma se l’Urp ha da indicare migliori soluzioni, che il Cup almeno informi i pazienti che devono rivolgersi anche all’Ufficio relazioni col pubblico».

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