Cesena, omicidio al parco: il killer perde l'avvocato difensore

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Vicino di casa ucciso a coltellate. L’avvocato difensore di Giuseppe Di Giacomo (“il siciliano” 66enne che ha accoltellato a morte il 49enne Davide Calbucci) ad una decina di giorni dall’interrogatorio in aula del suo assistito, ha rinunciato al mandato. Facile ora prevedere che alla prossima udienza venga chiesto un rinvio: sono troppo pochi i giorni a disposizione del nuovo avvocato per poter studiare tutte le carte di un’accusa in Corte d’Assise che può costare fino all’ergastolo. Serve tempo per dar modo al nuovo legale di sostenere con massima cognizione un difesa in aula che nello specifico della prossima udienza prevede che l’imputato sia ascoltato dai giudici.

La comunicazione formale con la quale l’avvocato Filippo Raffaelli ha rinunciato alla difesa di Giuseppe Di Giacomo è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

Sia da parte dell’imputato che del legale non c’è stata alcun tipo di comunicazione ufficiale a chiarire i motivi di questa rottura a poca distanza da un momento chiave del processo per omicidio.

“Radio tribunale”, in maniera assolutamente ufficiosa, individua in due le motivazioni principe che hanno portato allo stop della difesa. Da un lato il comportamento processuale tenuto fino ad ora in aula dall’omicida. Dall’altro il venir meno della fiducia tra assistito ed avvocato, laddove il secondo avrebbe voluto che Di Giacomo contribuisse economicamente al sostegno delle vittime dell’omicidio: moglie e figli di Davide Calbucci in primis.

Di Giacomo ha sempre detto di essere nulla tenente e di non poter far nulla in questo senso. L’avvocato Raffaelli sarebbe dunque stato irrimediabilmente segnato dal fatto che Di Giacomo sia poi emerso essere proprietario di una porzione di immobile a Villarosa in provincia di Enna (sua terra d’origine) e di un conto postale. Apprendendo della presenza di questi “beni” soltanto quando ne è stata disposta la requisizione coatta da parte della giuria, su richiesta delle parti civili.

Non c’era dunque alcun tipo di chiarezza d’intenti tra legale ed assistito. Di qui potrebbe essere maturata la fine del rapporto.

Adesso a Giuseppe Di Giacomo è stato assegnato un avvocato d’ufficio. Antonino Lanza del Foro di Forlì. Facile prevedere che, anche dopo aver dialogato in cella con l’accusato di omicidio, l’avvocato Lanza chieda ed ottenga dal giudice un tempo congruo di rinvio prima di proseguire nel processo. Il 14 settembre è infarti previsto che Di Giacomo racconti in aula la “sua verità”; ed il suo nuovo difensore dovrà avere il tempo utile a studiare e metabolizzare il faldone processuale e d’indagine che ha portato Di Giacomo alla sbarra.

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