Cesena, omaggio fotografico a Fioravanti e ai duelli d'arte con Fo

Archivio

Adele Briani, moglie dell’artista e architetto Ilario Fioravanti, venuto a mancare dieci anni fa, scrive su una cartolina ricordo: «Con le mani accarezzavi con tenerezza le tue sculture di creta, come volessi infondere un po’ della tua stessa vita». Uno sguardo intimo che mette in luce la sincerità autentica dell’uomo Fioravanti, fondamentale per fare nascere incontri di umanità. Come si è dimostrato quello fra Sandra Casadei e Urbano Sintoni, titolari dello studio “Foto Sandra e Urbano” in corte Dandini. Un incontro nato nei primi Settanta e proseguito per quasi quarant’anni all’insegna di ammirazione e amicizia disinteressate. «Non siamo mai stati fotografi di Ilario, siamo stati amici - ricorda Urbano - presenti con lui in tante diverse situazioni, durante le quali abbiamo documentato quanto avveniva». A dieci anni dalla scomparsa del maestro d’arte e a cento dalla nascita, Sandra e Urbano desiderano ricordarlo in maniera semplice e intima. Da oggi lo studio fotografico di corte Dandini si trasforma in galleria per la mostra “Sandra e Urbano per Ilario”; sculture, ritratti, cataloghi, fotografie che raccontano una storia di amicizia, di umanità, di bellezza.

«Lo conoscemmo nei primi Settanta nello studio del pittore Osvaldo Piraccini - continua Urbano - Ritrasse la nostra piccola Lisa. D’estate ci incontravamo a Cervia, dove abbiamo avuto lo studio fotografico per lunghi anni, e dove lui pure aveva casa. Un giorno accompagnammo in visita nel suo studio don Pino, un prete non vedente ma che fotografava; Ilario disegnava continuamente, e fece un ritratto anche a Sandra, che esponiamo insieme ad altre opere che ci ha donato». L’artista cesenate passava a fine mattinata sotto il portico dei fotografi, si fermava, disegnava, raccontava. «Un giorno ci disse “mi sono fidanzato!”, ma passarono mesi prima che ci presentasse Adele, il grande amore. Negli anni Novanta abbiamo documentato i lavori della sua grande porta del duomo, dalla prima creta collocata in tavole di legno, fino all’opera in bronzo». Scorrendo fra centinaia di immagini d’archivio, spicca Fioravanti con Tonino Guerra e con Dario Fo: «Collaborai con Fo quando veniva a Sala. Un pomeriggio lo accompagnai a Sorrivoli nello studio di Ilario e l’intesa fra i due fu immediata. A vederli sembravano duellanti d’arte, uno di fronte all’altro: Ilario modellava una testa di creta che ritraeva Dario; dall’altra parte, Fo disegnava il volto di Ilario. A fine giornata li fotografai di spalle mentre camminavano e il tramonto li illuminava. Due grandi».

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