Cesena, omaggio a Tonina Cianca

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È una mostra che profuma di fiori, che vibra di energia solare, della vitalità dei colori, che dipinge al centro donne dalle forme morbide e rassicuranti, come è la dimensione domestica che pervade le opere. Sono caratteristiche che fanno parte del corpus di opere di Le Credenze delle Ovarole l’esposizione che si inaugura oggi alle 17 in galleria Pescheria a Cesena. La mostra omaggia l’artista Tonina Cianca (1930-2012) a dieci anni dalla scomparsa. Volontà questa di Leli e Roberto Nottoli, figli della pittrice, e dello studioso d’arte Orlando Piraccini che l’hanno realizzata. L’inaugurazione si arricchisce di letture di testi della stessa Tonina Cianca letti dall’attrice Lelia Serra. Le tele colorate esprimono l’animo di Tonina, che è stata amata imprenditrice quando la piccola Cesenatico diventava centro turistico. Il nonno Aurelio fu uno dei primissimi albergatori di Cesenatico e lei, cresciuta in quelle grandi sale da bambina, ha continuato da adulta a dirigere l’hotel Eritrea, albergo vicino al molo che volge al mare. Albergo in cui soggiornò pure l’attrice Tina Lattanzi, colei che diede voce alla leggendaria Greta Garbo. Cianca ha rappresentato al meglio le peculiarità della gente che ha reso questa terra un polo turistico, affabile, sorridente, solare. Caratteristiche che ha infuso nella passione tenuta a lungo nascosta, la pittura, esplosa con più convincimento dopo l’incontro con l’artista Tono Zancanaro. Cliente che pure soggiornò in quell’albergo sul mare, Tono fu il mentore di Tonina che seguì frequentando un corso di incisione all’Accademia di Ravenna. «Cara signora – le disse Zancanaro –, mi dispiace per lei; lei è un’artista, sono fatti suoi, adesso si arrangi, però è così». Cianca prese coraggio e cominciò a produrre decine quadri uno dopo l’altro come si vedrà nella personale. Le “Ovarole” scaturite dai ricordi e dall’immaginazione infantile, diventarono il soggetto preferito, un marchio distintivo: «Sono le donne che vedevo in cucina fra i vapori – disse Tonina –, mentre pulivano le galline dopo averle messe nelle pentole d’acqua bollente… le stesse donne che facevano quelle grandi sfoglie che sembravano vulcani, con dentro dozzine e dozzine di uova». Orlando Piraccini nella sua presentazione alla mostra aggiunge: «Le donne dipinte da Tonina Cianca, per le loro precise valenze simboliche, si sono imposte all’attenzione del pubblico e della critica; sempre poderose portatrici di forza e di mitezza, sempre intente a impastare sfoglie e a tenere in equilibrio il mondo». Fino al 27 marzo.

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