Cesena, nuovi ambienti per Medicina Nucleare al Bufalini

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Un nuovo step di un percorso di umanizzazione degli ambienti ospedalieri sono i lavori appena ultimati presso il reparto di Medicina Nucleare dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena, lavori che sono stati presentati nel corso di una breve ma sentita cerimonia venerdì 9 giugno. L’investimento in questo caso è stato di circa 42.000 euro, utili all’installazione di opere murarie, impianti di illuminazione, nuove sedie più confortevoli per la sala d’attesa e rivestimenti pittorici capaci di evocare sensazioni di serenità e benessere a chiunque, nel proprio percorso di malattia, debba ricorrere alle cure del dipartimento diretto dalla dott.ssa Federica Matteucci. «Un ambiente più accogliente fa capire, anche a livello inconscio, alla persona che affronta esami o terapie, che all’interno di quel contesto non è vista solo ed esclusivamente come un malato, ma come un soggetto le cui esigenze e necessità vengono maggiormente ascoltate – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – qualche mese fa la prof.ssa Domenica Lorusso, del Policlinico “Gemelli” di Roma, in un’intervista ha centrato il problema: le persone hanno paura degli ospedali, ed è un sentimento che il Covid ha solo contribuito a esacerbare. Le nostre strutture sanitarie raccontano molto più spesso della malattia di quanto non facciano dell’accoglienza e della cura per cui sono nati. Questa percezione deve cambiare, altrimenti la consapevolezza che abbiamo conquistato, soprattutto in termini di prevenzione e di ricerca nei confronti del cancro, è destinata a essere perduta nuovamente. Per questo motivo riteniamo che ridare luce e colore ai luoghi di cura sia sicuramente un progetto molto importante: se vogliamo mettere la persona e non la malattia al centro, la bellezza deve far parte del percorso di cura».

«L’inaugurazione di oggi rappresenta un momento molto importante poiché la necessità di mettere a disposizione locali accoglienti è un requisito fondamentale nella Sanità moderna – spiega la Responsabile del reparto, dottoressa Federica Matteucci – in questo intervento si è provveduto a creare una sala di attesa per i pazienti e per i loro accompagnatori, volendo garantire da un lato la necessaria privacy con spazi piacevoli e confortevoli, al fine di alleviare per quanto possibile il carico emotivo di chi è in attesa degli esami. Tra diagnostica e terapia il nostro reparto eroga più di 20.000 prestazioni annue, di cui circa 8.000 PET/TC: insieme con IRST, nell’ambito del progetto relativo al Comprehensive Cancer Care and Research Network pensato dal prof. Amadori, abbiamo creato un modello organizzativo coordinato che consente una più rapida ed efficace presa in carico delle richieste di prestazioni, mantenendo livelli di attesa congrui con la priorità clinica del singolo caso. Per questo ritengo che i lavori che inauguriamo qui oggi siano così importanti: perché avranno un impatto notevole su tante persone, alleviandone le angosce durante i tempi d’attesa. Tutto questo è stato possibile grazie alla sinergia tra Azienda AUSL, IOR e Farolfi Arredamenti, che ringrazio sentitamente per la disponibilità e l’entusiasmo con cui hanno accolto il nostro progetto».

  A sottolineare l’importanza della cerimonia anche la presenza del dott. Tiziano Carradori, Direttore Generale AUSL Romagna. «Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito a questa opera – ha spiegato prima del taglio del nastro – per lo IOR è una consuetudine intervenire a favore dell’umanizzazione e della riqualificazione degli spazi di cura, ovviamente nei limiti delle nostre possibilità non possiamo che sposare questo atteggiamento per rendere i nostri ospedali sempre più luoghi di accoglienza. In prospettiva futura la medicina nucleare rimarrà all’interno di questa struttura, dunque si tratta di un investimento a lungo termine destinato a non avere una scadenza temporale. Non dimentichiamo che interventi del genere rendono gli ospedali luoghi più piacevoli non solo per chi è costretto a sottoporsi ad esami e terapie ma anche per tutti i professionisti che dedicano buona parte della propria vita all’assistenza dei malati: è fondamentale che anche questi ultimi trovino un ambiente confortevole in cui lavorare e prestare la propria preziosissima opera»

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