Cesena, nuova chiesa al Don Baronio con reliquie di quattro santi

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La casa di riposo “Don Baronio” dispone ora di una nuova chiesa consacrata, arricchita da una sala collegata, dedicata alla vita del canonico. L’ha progettata con grande maestria e senso estetico l’architetto Luca Fabbri, creando uno spazio più ampio e funzionale rispetto a quella disponibile finora. Soprattutto la conformazione e l’assenza di barriere la rendono più a misura dei fedeli in carrozzina o con difficoltà motorie, ed è fondamentale visto che la frequenteranno soprattutto, ma non solo, gli anziani ospiti della struttura. Il fatto di essere integrata col giardino esterno ne accresce la bellezza e anche la possibilità di ospitare funzioni religiose di rilievo. Quando cadranno le restrizioni anti-Covid, sarà in grado di contenere 150 e più persone all’interno, con l’opportunità di estendere ulteriormente la partecipazione sfruttando anche l’area esterna. Ieri mattina il vescovo Douglas Regattieri ha presieduto la cerimonia di dedicazione della cappella e dell’altare in onore a Maria Immacolata Madre della Divina Provvidenza. La scelta è stata fatta, perché don Baronio aveva una grande devozione per la Madonna e una salda fede nella provvidenza, che lo accompagnava nelle sue preziose opere di carità. Davanti a circa 80 persone, tra le quali il vicesindaco Christian Castorri , gli assessori Carlo Verona e Carmelina Labruzzo e i consiglieri d’amministrazione guidati dal presidente Enrico Ghirotti e dal direttore Luca Brasini, il vescovo ha anche officiato a un suggestivo rito. Ha benedetto e inserito reliquie di quattro santi in una nicchia nell’altare. Sono San Mauro, San Vicinio, San Valentino e San Giovanni Paolo II. Di fianco al vescovo, come sacerdoti concelebranti, c’erano don Sauro Rossi, don Egidio Neri e don Crescenzio Moretti, ospiti della casa di riposo, oltre al vicario generale don Pier Giulio Diaco e il diacono Gino Della Vittoria. Questa mattina, alle 10, ci sarà un’altra messa, che questa volta sarà aperta ai familiari degli anziani e agli operatori della struttura. Le opere tenute a battesimo ieri non si esauriscono nella cappella. Si inquadrano in un intervento da 1,2 milioni di euro complessivi, che ha consentito di recuperare al meglio l’ala ovest, creando un moderno teatro da 200 posti, ricavando un locale per riunioni e allestendo sala reliquie dedicata alla vita di Don Baronio. Quest’ultima è un fiore all’occhiello: oltre alle spoglie di quello straordinario “prete con le scarpe rotte”, ospita una mostra con video per farne conoscere personalità e azioni, e poi ci sono arredi, incluso il suo letto, attraverso i quali sono stati ricostruiti il suo studio e la sua camera. È un ambiente che, come la cappella e il teatro, gli amministratori del “Don Baronio” (che conta 99 posti letto e 36 mini-appartamenti nella sua parte residenziale, alla quale si aggiunge il centro diurno) vuole aprire il più possibile all’intera città, appena le regole anti-Covid lo permetteranno.

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