Cesena, non gli fanno vedere i figli: interviene il Consolato

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Da un anno e mezzo non ha la possibilità di vedere i figli di tre e sei anni. «Il più piccolo non si ricorderà neppure che faccia ho e per loro ormai sono un estraneo». Lotta per sbrogliare una matassa di burocrazia un padre di origini magrebine, che vive nella zona della vallata del Rubicone. Dopo l’allontanamento scattato per maltrattamenti in famiglia, il giudice ha ordinato ai servizi sociali di fare rincontrare al babbo i suoi due bambini. Ma da un anno e mezzo non è stato concordato alcun appuntamento e l’uomo, tramite la propria avvocata Chiara Semprini ha deciso di muovere anche il Consolato per spronare lo Stato italiano a dar seguito alle direttive del giudice minorile.

Un passato di maltrattamenti

La storia di questo padre nasce da un conflitto violento. Quello con la sua ormai ex compagna. C’era stato anche un intervento dei carabinieri per un codice rosso. L’uomo era stato arrestato per maltrattamenti a quella che allora era la sua compagna. E la donna era stata messa sotto protezione, assieme ai figli. Ma già da tempo l'emergenza è stata superata ed è arrivato anche il divorzio.

Il diritto rivendicato

«Voglio vedere i miei figli e ne ho diritto - rivendica adesso il cittadino marocchino - Un diritto che mi viene negato». Una volta presa in carico la questione, e valutato l’evolversi della situazione, i giudici hanno sancito che l’uomo debba incontrare i figli, seppure in un ambiente protetto, con un calendario deciso dai servizi sociali e sotto monitoraggio da parte degli stessi. Ma, nonostante 7 mail formali da parte dei legali, i servizi sociali, ai quali sono affidati i piccoli, continuano a non organizzare gli incontri con i bambini, nonostante avrebbero dovuto provvedere già da un anno e mezzo. E alloraè partita una richiesta d'aiuto al Consolato del Marocco, che ha chiesto spiegazioni al Governo italiano e ai giudici, per cercare di chiarire il perché di questi ostruzionismi alla volontà del padre di poter stare in un ambiente protetto assieme ai figli.

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