Cesena, nel cantiere in centro dopo lo scheletro spuntano murature

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Dopo lo scheletro, gli scavi in corso per la riqualificazione delle tre piazze di fronte alla Malatestiana riportano alla luce resti murari. Sono emersi ieri mattina, a un paio di metri di distanza da dove qualche giorno fa è affiorata la sepoltura. Gli specialisti di ritrovamenti archeologici al seguito della ditta sono immediatamente entrati in azione, sotto la regia della Soprintendenza. Al momento non si può dire con certezza di che strutture si tratti. Un'ipotesi èche possano essere legate all’antico palazzo Almerici, che fu demolito 60 anni fa. Anche in questo caso pare che i lavori non subiranno rallentamenti significativi. Naturalmente tutto il materiale scoperto, e quello che è presumibile salterà fuori procedendo nello scavo, verrà documentato con fotografie e rilievi. Però al sindaco Enzo Lattuca, che è andato immediatamente sul posto per un sopralluogo, è stato fatto capire che sono operazioni che richiedono pochi giorni e il cantiere può avanzare. In particolare,si confida di rispettare il calendario che prevede di riaprire nei primi giorni dimaggio un gagare in vicolo Masini, ora interdetto ai residenti a causa dello svolgimento di lavori che ostruiscono l'accesso. Se le murature appartengono a palazzo Almerici, la loro individuazione è uno stimolo per approfondire la storia di un edificio di cui non si sa molto, e anche dell’omonima famiglia che ne era proprietaria, originaria della Germania ma la cui presenza a Cesena è documentata fin dal 1219, quando facevano parte del Consiglio cittadino. L’impianto della struttura, che più o meno occupava l’attuale piazza Almerici e fu abbattuta tra il 1959 e il 1961, era settecentesco, ma probabilmente aveva inglobato parti più antiche. Su un lato era diviso da Palazzo del Ridotto da un vicolo denominato “del Campanone”. Dalla parte opposta correva invece vicolo Almerici, che andava poi a congiungersi con l’attuale vicolo Masini, che un tempo si chiamava via Santa Chiara. Del vecchio palazzo furono salvate un paio di con stemmi nobiliari, che oggi si possono ammirare sulla parte alta del muro, sotto l’attuale galleria Almerici.

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