Da Cesena a Macron, la politica vuol togliere la cittadinanza a Gozi

CESENA. Escalation nelle reazioni politiche contro l’incarico assegnato dal Governo francese a Sandro Gozi: dalle polemiche politiche ieri si è passati alla richiesta di revoca della cittadinanza italiana al cesenate che per 4 anni e 3 mesi è stato sottosegretario agli Affari Europei, prima con Renzi e poi con Gentiloni. A ventilare questo provvedimento estremo è stata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministro Giuseppe Conte. A ruota, ha espresso la stessa volontà, sempre in nome di un presunto tradimento della patria da parte di Gozi, il vice premier e timoniere del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio: la sua dichiarazione è stata rilasciata durante un incontro con i “navigator”. Sull’accusa di tradimento rivolta a Gozi c’è quindi una strana convergenza tra un esponente di spicco del Governo gialloverde e chi guida uno dei principali partiti di opposizione.

L’incarico francese a Gozi
Dal canto suo, Sandro Gozi si dichiara sconcertato, non solo per la violenza dell’attacco politico ma anche per la scorrettezza giuridica di quanto viene prospettato. Innanzitutto, puntualizza, «non sono stato nominato ministro, ma sono stato chiamato semplicemente a svolgere un incarico di consigliere per gli Affari europei, in relazione all’Europarlamento e al futuro dell’Unione». Un incarico limitato nel tempo (dovrebbe durare tre mesi, perché a fine ottobre è prevista la Brexit e a quel punto gli eurodeputati britannici usciranno dall’emiciclo e ci entrerà lui) e in linea col fatto che Gozi si è candidato alle elezioni europee con la lista del presidente Emmanuel Macron. Quella lista, oltre a francesi, includeva sei politici di altre nazioni, in nome di un progetto di transnazionalità europeista che Gozi ha sposato da diversi anni.

«Bestialità anche giuridica»
Ma al di là della natura dell’incarico che gli è stato affidato, il politico cesenate non ha remore nel dire che la richiesta di revoca della cittadinanza «giuridicamente è una bestialità, dato che non ricorre alcuna fattispecie in cui può essere disposta, e anzi la legge vieta che un simile decisione possa essere presa per motivi politici». Ma Gozi parla anche di «castroneria istituzionale», in riferimento alla richiesta di Meloni e Di Maio, perché si tratterebbe di «una discriminazione nell’accesso a cariche pubbliche in ambito intraeuropeo e violerebbe i trattati della Ue». Infine aggiunge ce non va dimenticato che «dal punto di vista internazionale, l’Italia si è impegnata a non rendere apolide un proprio cittadino (lo ha fatto ratificando nel 2015 una Convenzione in materia del 1961, ndr».
Più in generale, Gozi bolla le esternazioni del vice premier e della leader di Fdi come «politicamente e moralmente inaccettabili, in quanto sono espressione del più becero nazionalismo».

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