Cesena, Lollobrigida al Campus per preparare il vertice Onu

Cesena è stata scelta come seconda tappa nella serie di incontri promossi dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. L’occasione è il secondo vertice Onu sui sistemi alimentari che si terrà tra il 24 e il 26 luglio prossimi a Roma. A Cesena, nell’Aula Magna “Carmen Tura” del Campus universitario, si è svolto ieri mattina il secondo appuntamento, dedicato ai temi della sicurezza, della logistica e della trasformazione dell’agroalimentare. Oltre a numerosi docenti universitari e rappresentanti delle associazioni di categoria del settore, tra cui la presidente di Coldiretti Bologna Valentina Borghi e il presidente di Confederazione Italiana Agricoltori Cristiano Fini, hanno partecipato anche i ministri del governo Meloni.

Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha rimarcato l’estrema importanza dell’agroalimentare in regione, confermando l’interesse del governo ad adoperarsi nella ripartenza. «Quello che siamo chiamati ad affrontare è il rapporto tra cambiamento climatico e sicurezza alimentare – ha continuato Tajani – e in questo ambito l’Italia rimane il centro mondiale di diplomazia agroalimentare. L’obiettivo di questo vertice sarà convalidare questo ruolo». Sul punto è intervenuta anche la ministra Anna Maria Bernini, con la delega all’Università e alla Ricerca, che ha sottolineato il ruolo cruciale della ricerca in ambito industriale. «Progetti come Agritech – il Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura – promuovono lo sviluppo tecnologico del settore non solo nell’ottica di un miglioramento qualitativo, ma di un adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici». A concludere il convegno è stato il suo promotore, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. «Prima di arrivare qua ho potuto osservare il lavoro che viene fatto a Orogel. E anche se ci sono alcune fasi della filiera ferme a causa dell’assenza di prodotti mi ha colpito che a fine processo il controllo sia ancora affidato a una persona. La nostra politica alimentare ha un modello, che è la qualità». Chiara infatti la posizione del ministro, che si è detto contrario al modello di sicurezza alimentare per tutti, che prescinda dalla qualità. «Dobbiamo ripensare parte della filiera e lavorare cooperando anche con altri Paesi in via di sviluppo, soprattutto l’Africa. Il ruolo dell’Occidente deve essere strategico, dobbiamo essere docenti di alta formazione per la loro manodopera. E integrare le nostre filiere più deboli con produzioni mirate in questi territori».

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