Cesena, lepri contro un'auto: "Sono viva per miracolo"

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Due grosse lepri sono spuntate fuori all’improvviso dal fosso della strada che stava percorrendo, tra l’incrocio di Bagnile e quello prima di San Giorgio, e l’impatto con l’auto è stato inevitabile e tremendo. Come riferisce lei stessa, è un miracolo che Patrizia Pezzi, medico del poliambulatorio “L’Eau” di Sant’Egidio, possa raccontare quello che le è capitato ieri, verso le 12.30, mentre si recava dalla sua villa nelle campagne di Pisignano, dove è solita trasferirsi d’estate, verso il proprio luogo di lavoro. Sul paraurti della Mini in assetto sportivo guidata dalla donna sono rimaste tracce di pelo e di sangue visibili e il cofano si è piegato. Ma soprattutto il parabrezza dell’auto è andato in frantumi, azzerando la visibilità dall’interno dell’abitacolo e “sparando” minuscoli pezzi di vetro polverizzato sul sul corpo della malcapitata. «Per fortuna - racconta, comprensibilmente scossa e arrabbiata, ma anche lucida e determinata a fare di tutto perché nessuno corra mai più un pericolo del genere - sono riuscita a fare una frenata d’emergenza, che mi ha salvato la vita. Sono state provvidenziali anche le lezioni di guida sicura che presi con la Bmw sul circuito di Misano. E a seguito di un recente intervento oculistico a cui mi ero sottoposta, portavo gli occhiali, che mi hanno protetto la vista dai pezzetti di vetro che si sono sparsi a bordo». Però la vettura ha subito danni non da poco: è servito un carro attrezzi per portarla via e serviranno una decina di giorni prima di poterla riavere indietro di nuovo integra. Ma per la dottoressa Pezzi, che tenacemente non ha voluto rinunciare a recarsi ugualmente al poliambulatorio, dove l’attendevano i pazienti, non è questo il punto principale. «Lungo quella strada - fa notare - non ci sono cartelli che segnalino il pericolo di attraversamento di animali selvatici. E l’erba alta un metro tra il fosso e la carreggiata è un pericolo per la visibilità: forse, se non ci fosse stata, avrei visto quelle lepri e sarei riuscita a evitare l’incidente». Perciò la donna, d’origine cervese ma che abita a Cesena, a intenzione di «denunciare il Comune». Sottolinea che lo fa non per una questione di risarcimenti, ma perché «nessuno deve rischiare di morire in quel modo, mentre va tranquillamente al lavoro, a una prudente velocità attorno ai 60 km/h, perché la selvaggina viene lasciata libera di invadere le strade».

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