Cesena, ladri avvoltoi si appostano e portano via i pacchi lasciati dai corrieri

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Ladri “avvoltoi” appostati vicino agli ingressi dei palazzi per arraffare i pacchi consegnati dai corrieri se i destinatari non arrivano rapidamente a ritirarli. Sarebbe l’incredibile nuova forma di furto che sta prendendo piede negli ultimi mesi. Così si è sentito dire un 38enne cesenate che ne è rimasto vittima quando ha chiamato la società di spedizioni per lamentare la sparizione di merce che aveva ordinato. Si trattava di quattro prodotti tecnologici, per un prezzo complessivo di circa 170 euro, acquistati su una famosa piattaforma di vendite online. L’autista-fattorino che li aveva trasportati aveva posteggiato il furgone davanti al condominio dove abita, a ridosso del centro storico, era sceso e, come è ormai prassi, aveva citofonato, dicendo che c’era un pacco e lo lasciava nell’androne. Dopodiché - racconta lo sfortunato compratore - «ho impiegato non più di 3 minuti per uscire dal mio appartamento al quarto piano e scendere giù, ma quando sono arrivato il pacco non c’era più, e il corriere era già andato via. A quel punto ho telefonato al servizio clienti dell’azienda che aveva fatto la consegna, spiegando cosa mi era successo. Hanno risposto che avrebbero fatto le verifiche e dopo poche ore mi hanno ricontattato, garantendomi che il pacco era stato consegnato dall’incaricato, cosa di cui per la verità non dubitavo. Poi hanno aggiunto una cosa sorprendente, e cioè che ultimamente capita sempre più spesso che la merce recapitata sparisca se il cliente non la preleva immediatamente. A quanto pare, ci sono ladri specializzati in questo tipo di ruberie, che “fanno la posta” e in modo fulmineo si impossessano dei pacchi e se la danno a gambe. Addirittura sembra che, per superare l’ostacolo del portone d’ingresso, siaffrettino a intrufolarsi prima che si chiuda, facendo finta con disinvoltura di abitare lì. Così mi è stato detto in tono gentile dalla centralinista con cui ho parlato, che mi ha invitato a inoltrare un reclamo scritto, assicurandomi che mi verrà rimborsata la somma che avevo già pagato con carta di credito al momento dell’acquisto». Al di là di questo caso personale, il cesenate 38enne “scottato” si chiede se sia accettabile un’abitudine che si è diffusa con la pandemia: l’eliminazione della necessità di un contatto diretto tra chi consegna e chi riceve merce. «Capisco le esigenze di essere efficienti e le pressioni che fanno sui fattorini per essere più veloci possibili - conclude l’acquirente derubato con questa tecnica rocambolesca - ma mi pare assurdo che, dopo avere suonato il campanello, i corrieri debbano scappare alla velocità della luce. In questo mondo frenetico, dove il tempo è denaro e la competizione è spietata, forse è troppo pretendere che si torni alla buona vecchia pratica della firma di avvenuta consegna da parte del destinatario, come è sempre stato. Però è assurdo che non si possa aspettare neppure due minuti per vedere almeno a distanza che il cliente in carne e ossa sta prendendo la merce».

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