Cesena, la mensa Caritas cerca una nuova grande casa

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Sono più di una trentina le persone che ogni giorno si rivolgono alla mensa Caritas di Cesena. Tra di loro ci sono «non solo profughi e stranieri, ma anche residenti e c’è anche qualche “cliente fisso”», spiega Ivan Bartoletti Stella, direttore della Caritas diocesana. Oggi la mensa ha sede nel complesso dell’ex Roverella, ma è già cominciata la ricerca di una nuova sede perché quella attuale dovranno lasciarla quando partirà il cantiere per la riqualificazione del complesso.

«Con la mensa siamo attivi per ora solo a pranzo tutti i giorni dal lunedì alla domenica. Sono tra le 30 e le 35 le persone che serviamo ogni giorno. Qualcuno sceglie di ritirare il pasto e mangiare altrove, qualcuno per strada, ma c’è anche chi ha un appoggio anche se spesso temporaneo e di fortuna. C’è però la possibilità di consumare il pasto sul posto».

Per la sera, quando la mensa è chiusa, consegnano invece il necessario per un pranzo al sacco. «Saremo aperti anche nei giorni di festa: a Natale, Santo Stefano, Capodanno, cercheremo di fare un menù un po’ più ricco e di solito c’è un piccolo dono: una sciarpa, dei guanti, qualcosa insomma per aiutare chi dorme per strada ad affrontare il freddo».

Quello della mensa, sottolinea Bartoletti Stella, «è un servizio che si regge sul volontariato, con tre-quattro persone coinvolte ad ogni turno. Adesso siamo alla ricerca di un nuova nuova sede adeguata. Nelle intenzioni ci sarebbe anche quella di estendere il servizio alle aperture serali, ma oltre al luogo ci serviranno nuove risorse, economiche, ma anche risorse umane, volontari che ci aiutino».

Il cuore dei servizi di Caritas è in realtà il centro di ascolto, e qui che avviene la presa in carico del bisogno e l’accompagnamento delle persone che si trovano in difficoltà. «Abbiamo anche una rete di Caritas parrocchiali su cui contare - spiega Ivan Bartoletti Stella - sono le nostre antenne sul territorio. Soprattutto per chi si trova per la prima volta in difficoltà è più facile rivolgersi ai gruppi parrocchiali, che poi ci coinvolgono a livello centrale in quei casi in cui c’è bisogno di attivare percorsi di accompagnamento più strutturati». Il centro di ascolto è anche quello che ha il ruolo di fare da filtro verso gli altri servizi. Tra questi il centro di accoglienza notturno in Vescovado. Casa e bollette rimangono le due urgenze.

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