Cesena, la mamma: «Hanno ucciso mio figlio e rubato lo smartphone»

Cesena

CESENA, «Mi hanno portato via l’amore della mia vita. Me lo hanno ucciso». Patrizia Paganelli è maestra elementare a Martorano. Da qualche tempo abita a San Carlo, in una bella casa bianca di una zona tranquilla. Ci sono anche i colleghi e le famiglie dei suoi alunni preoccupate per lei che a più di 9.300 chilometri di distanza ha perso un figlio: in una maniera atroce che ha potuto vivere soltanto da racconti telefonici.
«Lo hanno ucciso sparandogli alla testa. Chissà cosa credevano di trovare. Anche mia nuora ha rischiato di morire. Ma se l’è cavata con una ferita ad una gamba». L’incubo per la “maestra Patrizia” è iniziato nelle primissime ore del pomeriggio di venerdì. Quando a Medellin era da poco passata l’alba.
«Mi ha telefonato mia nuora, dicendomi che li avevano aggrediti. Che lei stava abbastanza bene ma che Luca era gravissimo».
Il suo compagno, Luciano, stava rientrando dal Friuli. Tra i primi ad entrare in casa per cercare di dare un conforto che non potrà mai arrivare, c’è stato il parroco di San Carlo Don Giovanni.
Sono i momenti in cui iniziano ad accavallarsi le notizie tragiche.
«Li hanno descritti come due ventenni. Avevano pistole col silenziatore. Hanno ucciso Luca sparandogli alla nuca mentre stava uscendo di casa per lavorare. Per entrare avevano sparato anche al rottweiler che era in giardino. Poi hanno cercato di uccidere anche Johana. Che ha lottato capendo cosa stava succedendo. È riuscita a disarmarne uno. Così sono scappati. Chissà cosa cercavano. In casa non c’era nulla che riguardasse il suo lavoro. Hanno portato via un telefonino. Il telefonino di Luca. Nient’altro. Un telefonino. Ed hanno ucciso l’amore della mia vita».
La madre, così come il fratello della vittima (Marco) non possono raggiungere la Colombia. Il coronavirus ha stoppato qualsiasi possibilità di transito.
La conferma dell’accaduto l’ha data la Farnesina alla madre. Lo stesso ministero degli Esteri si sta occupando di tutto quanto servirà per il rimpatrio della salma. «Mia nuora vuole venire qui. Per i funerali. Vogliamo celebrarli a San Vittore dove Luca è nato e cresciuto». Mentre stasera a San Carlo alle 20 ci sarà una veglia di preghiera in chiesa.

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