L’alluvione ha colpito in modo molto pesante anche la Croce Rossa di Cesena, ma pur in mezzo a mille difficoltà non si è mai fermata ed è già pronta a ripartire a pieno regime con una nuova sede, in un capannone affittato tra via Ravennate e via Lepanto, e con nuovi mezzi di soccorso. Ce n’è davvero bisogno dopo che tre che sono stati distrutti, in quel maledetto 16 maggio: non al momento dell’esondazione delle 15.30 ma con la seconda ondata di piena, alle 17, mentre stavano per entrare in azione al “Don Baronio”, come spiega Paolo Ricci, volontario della Cri e insegnante dell’Istituto tecnico agrario. Intanto, grazie a 14.600 euro raccolti con la “Studio Delta Run”, iniziativa solidale che si è svolta il 9 luglio all’ippodromo, si riuscirà a fare qualcosa di prezioso proprio a favore della “flotta” di mezzi di cui si serve la Croce Rossa per svolgere le sue molteplici attività.
Il disastro di quattro mesi ha anche messo in luce anche alcune esigenze che ci sono durante emergenze di quel tipo, che hanno spinto la Croce Rossa a potenziare il parco veicoli, grazie ad altri contributi generosi. Così si è procurata un gommone e presto inaugurerà anche un quad in grado di operare in zone impervie.
La novità più importante riguarda però la base. Quella storica affacciata su via Zuccherificio è in condizioni molto critiche. Ricci ha spiegato che è ancora inagibile e non si sa quanto tempo servirà per il ripristino, perché inagibile perché «si è aperta una falda che preoccupa i geologi, anche a causa della presenza di un grande granaio lì sotto». Così, si è deciso di affittare per 18 mesi un fabbricato tra via Ravennate e via Lepanto, dove si sono già trasferiti gli uffici amministrativi e si attende di riattivare anche l’ambulatorio dove addetti della Cri effettuano iniezioni e trasferire i mezzi, che sono una quarantina in tutto e per ora sono stati dislocati in gran parte al Garage di via Venezia, la cui proprietà ha messo anche un appartamento a disposizione gratuita dei 28 dipendenti della Croce Rossa che ruotano.
Nel frattempo, è ripartita la distribuzione di viveri e indumenti, o di contributi sotto forma di tessere per acquistare beni di prima necessità, che lo stesso ente fornisce a persone in difficoltà (con un “giro” di 170 famiglie). Ha invece carattere straordinario e si è rivelato preziosissimo il lavoro fatto strada per strada per consegnare alle famiglie alluvionate che li hanno visti distrutti dagli allagamenti vari beni (in particolare, i principali elettrodomestici) donati grazie alla sensibilità di aziende di tutta Italia: sono state portate porta a porta 200 tonnellate di prodotti.