Cesena, l'italoucraino Volodymyr racconta la sua Odissea al sindaco

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La bandiera di “Mediterranea Saving Humans” nell’ufficio del sindaco ieri pomeriggio faceva da sfondo perfetto per l’incontro tra Volodymyr Znameroskyy, il cittadino italo-ucraino che Mediterranea nella sua ultima missione in Ucraina è riuscito a far tornare a casa, ed Enzo Lattuca e l’assessore Carlo Verona. È stato un incontro informale, un momento di restituzione e di racconto di una missione al cui successo ha contribuito lo stesso sindaco, supportando i volontari di “Mediterranea” (di cui faceva parte anche una delegazione cesenate) nelle ore in cui erano fermi alla frontiera. La mobilitazione anche politica attivata in Italia è stata importante per arrivare alla soluzione, che nel caso di Volodymyr, italiano dal 1997 e in Italia da più di 30 anni, significava poter tornare a casa dalla sua famiglia.

L’Odissea

Accompagnato dai volontari di “Mediterranea”, Volodymyr Znameroskyy, che ieri sera ha portato la sua testimonianza anche a Sorrivoli, ha ripercorso quelle giornate: l’arrivo a Kiev per il funerale del padre proprio un paio di giorni prima della guerra; i primi tentativi di passare la frontiera; poi la consapevolezza di quanto fosse complessa la situazione in cui si trovava, perché in entrata aveva timbrato il passaporto ucraino e quindi agli occhi delle guardie di frontiera era un cittadino ucraino in età di leva. Un passo decisivo è stato fatto con l’incontro a metà marzo con i volontari di “Mediterranea”, grazie ai salesiani del Centro “Don Bosco” di Leopoli, e domenica 3 aprile c’è stato un nuovo tentativo. Dopo 11 ore di trattativa quella giornata si era conclusa con l’ennesimo respingimento, ma questa volta con una promessa di soluzione per il giorno dopo. A fargli forza in quelle ore - ha raccontato Volodymyr - è stata la scelta dei volontari di rimanere con lui. Lunedì 4 aprile, finalmente, è arrivato il via libera alla frontiera ed è iniziato il viaggio che il giorno seguente lo ha riportato a riabbracciare moglie e figli.

L’impegno di “Mediterranea”

«“Mediterranea” - ha detto il volontario mercatese Damiano Censi - si batte per dare passaggio sicuro a tutti e tutte, senza distinzione alcuna. Volodymyr ad oggi è l'unico uomo ucraino tra i 18 e i 60 anni che siamo riusciti a portare in Italia». L'impegno di “Mediterranea” in Ucraina non si è concluso con “Safe Passage 2”. Lo scorso 21 marzo è partita la nave “Mare Jonio” per la missione numero 11 nel Mediterraneo. In questi giorni i volontari stanno lavorando alle prossime missioni in Ucraina, dove “Mediterranea” intende portare anche un presidio sanitario permanente. Tra i tanti che hanno dato una mano ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina non poteva mancare il “Panathlon Club”. Alla presenza di 150 persone, fra soci e loro ospiti, il sodalizio si è ritrovato a pranzo a “La Spiaggia Beach & Restaurant”, dove ha consegnato 10.000 euro in quote da 2.500 a quattro famiglie ucraine che si sono rifugiate a Cesena. E agli 8 bambini al seguito è stato donato un gigantesco uovo di cioccolato. Per i soci del “Panathlon” è stata anche l’occasione per ritrovarsi dopo le restrizioni dovute alla pandemia e scambiarsi gli auguri di Pasqua.

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