Cesena, l'ex generale dell'aeronautica: "La guerra non sarà breve"

Amedeo Magnani oggi si definisce «al servizio dei cittadini di Cesena» come consigliere comunale del Pd, ma a lungo ha servito le istituzioni da generale dell’Aeronautica. È l’esperienza professionale, ma anche umana, di questa sua “vita precedente” quella che ha portato giovedì sera in Consiglio comunale, in una seduta in cui si è discusso anche dell’invasione russa in Ucraina.

Una guerra annunciata

È una storia che Magnani conosce bene sin dalle sue premesse. Dal 2014 al 2017 ha lavorato come consulente militare dell’ambasciatore italiano Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, seguendo da vicino la crisi in Crimea e Donbass: «Più volte sono stato in missione in quei luoghi e c’era già la sensazione che una tregua definitiva non avrebbe retto». Come consulente militare ha partecipato ai tavoli di trattativa dell’Osce: «In quegli anni l’Italia davvero fu parte attiva, sia ai tavoli diplomatici che a quelli militari, per cercare di costruire la pace». Quando nel 2017 venne richiamato a Roma, «lasciai l’incarico con la sensazione amara che quella fosse una situazione non risolta, destinata prima o poi a esplodere».

Gli errori storici

Quando guarda all’invasione russa in Ucraina, la sua analisi è pragmatica e parte dalla storia: «Quando cadde il muro di Berlino la Nato decise di avanzare a est lasciando alcuni Paesi cuscinetto. La scelta di allora fu quella di dare a Gorbaciov una resa onorevole, ma con il senno di poi, vista la difficoltà della Russia di allora, la Nato avrebbe dovuto avanzare ancora un po’».

Quelli della Ue

Dal 2014, quando ci fu l’invasione della Crimea e l’inizio della crisi del Donbass a fare errori è stata anche l’Unione Europea, il principale, secondo Magnani, «Non essersi assicurata maggiore indipendenza energetica dagli arabi e dai russi. Se c’è una cosa su cui può contare l’Ue è la tecnologia, forse è il caso di cominciare ad applicarla per prendere il gas dall’Adriatico». Non farlo prima, è stato sottovalutare la Russia.

L’orso che non dorme

«A lungo si è creduto che la Russia fosse un orso in letargo, ma la Russia è un orso che non dorme mai, che negli anni ha continuato ad armarsi, a potenziare il suo arsenale nucleare tattico, mentre la Nato smantellava le sue basi nell’illusione che non servissero più e il rapporto di forze si è squilibrato. Oggi Putin sa che l’alleanza è più debole, spaventa l’occidente parlando di armi nucleari e chimiche, usa la paura come leva per allontanare la possibilità di una reazione dell’Europa».

Il dittatore

Europa che nel suo essere democratica provoca la Russia e il suo sogno imperialista mai abbandonato, ancor più delle “provocazioni della Nato”. «Putin è un dittatore come tanti ce ne sono stati in Russia dallo zar in poi, forse Gorbaciov è stato l’eccezione che conferma la regola. Putin non ha paura di affamare il suo popolo, un popolo dotato di grande spirito di corpo, di senso di unità nazionale. Credo si illuda chi spera in una rivolta dal basso, e un golpe dall’alto credo sia un obiettivo possibile solo nel medio termine».

Non sarà breve

Non è una guerra che finirà a breve, secondo Magnani. Lavorare all’indipendenza energetica dell’Europa oggi è diventata un’urgenza a cui aggiunge la necessità di «ripristinare i rapporti di forza. Può sembrare brutto indicare una nuova guerra fredda come soluzione, ma per quanto costosa la guerra fredda costa meno di quella combattuta e credo sia, purtroppo ancora attuale, l’adagio degli antichi romani “se vuoi la pace, prepara la guerra”».

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