Cesena, l'allarme di Confcommercio: "Prezzi alle stelle per le forniture delle mense alimentari"

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L'aumento del costo delle materie prime e dei consumi energetici è un cocktail indigesto  che rischia di divenire addirittura letale per le imprese di molteplici settori anche nel territorio cesenate. Lo denuncia Confcommercio cesenate.

“Le imprese non sono ancora tornate a lavorare a pieno regime dopo la fase più dura dell'emergenza e questa situazione straordinaria se non addirittura emergenziale determinata dalla spirale del rialzo dei prezzi - rimarca la giunta esecutiva di Confcommercio Cesena – rischia di frenare la già ardua piena ripartenza. Le forti tensioni inflattive che riguardano materie prime, energia, utenze e servizi hanno creato una congiuntura che rischia di pregiudicare la ripresa economica in atto, e che in molti casi ha ripercussioni sui prezzi dei prodotti in vari settori”.

 “Basti pensare – prosegue Confcommercio Cesena - ad aumenti come quelli della farina e della miscela per caffè, saliti rispettivamente del 18 e del 20% dall'inizio dell'anno, per non parlare del metano, impennatosi fino al 100%, e dei consumi energetici: più 30% sulla bolletta della luce e del 15% su quella del gas. Si tratta di aumenti che cominciano a riflettersi persino sul decremento dei consumi alimentari, una spia di disagio fortissimo dell'utenza dei consumatori”.

In questa situazione che si sta sempre più aggravando, doppiamente colpite sono le imprese che operano nella fornitura di prodotti alimentari a mense, di scuole, Ausl, forze armate e forze dell'ordine, rappresentate anche nel territorio cesenate, che si trovano a dover onorare contratti di appalto a costi che è divenuto impossibile rispettare.“I prezzi dei prodotti e delle materie prime alimentari – rimarca Confcommercio - in pochi mesi sono saliti alle stelle. In vari casi i prezzi delle materie prime hanno toccato i massimi decennali, raggiungendo cifre record per quanto riguarda oli vegetali, zucchero e cereali: in queste condizioni, i prezzi dei prodotti alimentari più comuni cresceranno inevitabilmente anche nei prossimi mesi.Le imprese di questo settore di nicchia, ma con una fondamentale ricaduta economico-sociale, si sono aggiudicati appalti per la fornitura dei prodotti a prezzi che ora sono divenuti insostenibili, visti gli aumenti esponenziali in atto”.
“Per questa ragione Confcommercio cesenate ha sensibilizzato gli interlocutori istituzionali e politici e i parlamentari romagnoli - prosegue la giunta esecutiva – a richiedere interventi legislativi che consentano di poter rimodulare i contratti d'appalto con la possibilità di ricalibrarne i prezzi, ovviando così alla norma che vieta di ritoccarli. Ciò è invece possibile nel settore del lavoro e dei servizi, a cui è doveroso parificare anche questa tipologia d'impresa per la quale i contratti di appalto diventano in questa drammatica contingenza, di cui non si può preventivare la durata, una sorta di capestro. Per questo si deve uscire a tutti i costi da questo cul de sac”.
Fra queste imprese opera nel territorio cesenate spicca la Ricci Forniture alimentari con sede a Villalta, fondata nel 1955. “Siamo un'impresa solida e attrezzata con una sessantina di dipendenti - rimarca l'azienda -: nel corso di tanti anni di attività è difficile risalire a una congiuntura così particolare con il rialzo dei prezzi delle materie prime anche in agricoltura e nel settore alimentare che ha raggiunto livelli esorbitanti del tutto imprevedibili. Per questo è necessario un intervento che ci consenta di rimodulare i prezzi per poter fronteggiare una situazione del tutto eccezionale. In questo contesto è indispensabile la compensazione del caro materiali tamponando, almeno in parte, la tempesta sul fronte delle materie prime anche nel settore alimentare, così come è avvenuto in altri”.

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